Gioventù e inclusione dei disabili, il partenariato In Touch in Albania.

Rinato dalle ceneri della devastazione provocata dal terremoto in Albania del gennaio 2020, il centro municipale “Te Qendrojme Se Bashku” di Tirana può considerarsi, oltre che un esempio di resilienza, uno dei fiori all’occhiello dell’inclusione dei giovani disabili e di altri gruppi vulnerabili dell’intera nazione. Struttura, come emerso nel corso della visita di studio in Albania del progetto In Touch, sostenuto dal programma europeo Erasmus+, al cui interno sono forniti numerosi percorsi di terapia per i giovani albanesi con disabilità intellettive e vittime di violenza domestica.

Tra le principali innovazioni disponibili all’interno del centro un laboratorio di design dove i giovani, sostenuti da una equipe di esperti, hanno la possibilità di testare la propria creatività producendo oggetti decorativi per il mercato locale: “Qui i nostri ragazzi e ragazze imparano non solo tecniche decorative ma anche competenze trasversali utili per la vita personale e professionale – spiega la terapista Persida Zhapaj -. Le loro creazioni, ancora, sono spesso protagoniste di eventi ed esposizioni promosse dalla nostra istituzione locale”.

Giovani, foto Sardegnagol, riproduzione riservata
Visita di studio centro sociale Tirana, progetto In Touch, foto Sardegnagol, riproduzione riservata

Un fitto programma alla scoperta delle migliori buone pratiche per l’inclusione dei giovani disabili, proseguito poi con l’incontro nella locale sede della Fondazione YAPS, interessante caso di successo di impresa sociale nel Paese, come ricordato dal direttore Arben Shamija: “La nostra azienda sociale negli anni ha sostenuto il collocamento di centinaia di giovani disabili e degli appartenenti alla minoranza Rom. Principalmente i nostri dipendenti sono impegnati nel settore delle spedizioni e delle pulizie e tra i nostri clienti spiccano la Coca Cola e tutte le ambasciate della capitale Tirana. Le entrate per le attività di YAPS – prosegue – non vengono distribuite tra i soci ma impiegate per azioni di beneficienza per i principali gruppi vulnerabili del Paese, per gli stipendi dei giovani inseriti in percorsi di lavoro e per garantire la sostenibilità del fondo di garanzia della nostra fondazione”.

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“Se siamo sul mercato da tanti anni – ha aggiunto il direttore di YAPS – non è soltanto perché sosteniamo l’inclusione dei giovani disabili ma, soprattutto, perché garantiamo prestazioni di qualità. I nostri ragazzi prima di essere giovani vulnerabili sono dei lavoratori con diritti e doveri. Un aspetto, questo, di non poco conto, capace di spiegare, in sintesi, il segreto della sostenibilità economica delle iniziative intraprese dalla nostra Fondazione. Valori che, in collaborazione con l’Università Cattolica di Tirana, stiamo portando all’attenzione degli studenti di Economia per far capire le potenzialità e specificità del social business”.

“Nel tempo – conclude – siamo riusciti a contrastare alcune narrazioni stigmatizzanti verso, per esempio, i giovani Rom della capitale e oggi i nostri dipendenti sono addetti molto richiesti per la pulizia delle navi da crociera che arrivano nel Porto di Durazzo”.

Soluzioni innovative, nonché dall’alto valore umanistico, discusse anche nel corso dell’incontro dei rappresentanti del partenariato In Touch con il vertice dell’Ente Nazionale Sordi Albanese. Meeting durante il quale è stato anche possibile raccogliere dalla comunità dei sordi albanese feedback sui menu accessibili per esercizi pubblici ideati e prodotti dall’organizzazione coordinatrice ABICI: “Siamo entusiasti di aver ricevuto pareri molto positivi dai sordi – ha dichiarato nell’occasione il presidente di ABICI, Gabriele Frongia -. I nostri menù vogliono rendere più inclusiva l’esperienza di consumo negli esercizi pubblici per sordi e nel contempo migliorare la qualità del servizio offerto dagli operatori della ristorazione verso i disabili sensoriali”.

Giovani, foto Sardegnagol, riproduzione riservata
Visita di studio Ente nazionale sordi albanese, progetto In Touch, foto Sardegnagol, riproduzione riservata

Un Paese, l’Albania, dove l’inclusione e la sinergia tra istituzioni e organizzazioni giovanili registra una marcia in più. Considerazioni dovute alla luce del “piccolo mondo antico” rappresentato dai rappresentanti della Giunta e Consiglio regionale, nonché del Municipio della principale città della Sardegna, dove, restando sul tema, si continua autoreferenzialmente a “pestare l’acqua” e a non produrre alcuna innovazione significativa ne, purtroppo, alcuna sinergia con le organizzazioni qualificate del territorio per ideare e implementare soluzioni per problemi comuni nel campo della gioventù.

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Incontro municipalità di Tirana e Agenzia Nazionale Giovani Albanese, foto Sardegnagol, riproduzione riservata

Modus operandi rimarcato nel corso dell’incontro con i membri del consorzio In Touch e i dirigenti dell’Agenzia Nazionale per i giovani albanese e del servizio Affari Sociali e gioventù della capitale Albanese. Esponenti delle amministrazioni locali – oltreché esperti – capaci di esprimersi con sicurezza in un contesto internazionale, diversamente dai “promotori dell’impoverimento linguistico” attualmente al governo della Regione Sardegna e del Comune di Cagliari.

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Non soprende, quindi, che mentre a Tirana le organizzazioni giovanili albanesi, insieme al Comune, gestiscono oltre 8,5 milioni di euro per l’organizzazione della tappa della Città europea dei Giovani 2022, offrendo nel contempo servizi sempre più innovativi per i giovani, nel solo comune di Cagliari, invece, si spendono oltre 600mila euro per garantire esclusivamente precedenti posizioni occupazionali senza alcun miglioramento dell’offerta per i giovani della città metropolitana. Temi decisamente fuori dalla portata dei “4 poco usciti” alla guida (purtroppo) della città e della regione.

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Meeting politiche giovanili Tirana, progetto In Touch, foto Sardegnagol, riproduzione riservata

Amarezze a parte, dalle parti di un Paese ancora impegnato nel percorso di adesione all’UE, la voglia di costruire e creare sinergie è decisamente palpabile come ricordato nel corso dell’incontro con la locale organizzazione dei tetraplegici presso l’ufficio della Behind Barriers di Tirana, membro del partenariato In Touch, e in occasione della visita alla Greenhouse costruita nella scuola per bambini diversamente abili “Luigj Gurakuqi”.

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Greenhouse, progetto In Touch, foto Sardegnagol, riproduzione riservata

“Una serra resa possibile grazie alla collaborazione creatasi con la piattaforma Smile – ha ricordato Ana Dervishi di Behind Barriers – e che nel corso dell’ultimo anno ha permesso a 127 bambini diversamente abili dai 6 ai 18 anni di imparare a coltivare fiori, ortaggi e frutta. Uno spazio educativo – prosegue – in cui i bambini in età scolare acquisiscono competenze non solo sull’orticoltura e il giardinaggio ma, soprattutto, capacità sociali, contrastando l’isolamento nelle proprie residenze e migliorando l’interazione familiare”.

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Inaugurazione della serra, quasi a voler rimarcare la sensibilità delle istituzioni per le iniziative per l’inclusione dei giovani disabili, che aveva registrato lo scorso anno la presenza del ministro dell’Istruzione, Evis Kushi.

Giovani, foto Sardegnagol, riproduzione riservata
Visita di studio Tirana, progetto In Touch, foto Sardegnagol, riproduzione riservata

A Cagliari, invece, nonostante il patrocinio dello stesso Comune, la sedia riservata all’amministrazione comunale è rimasta vuota nel corso dell’evento “A scuola di informazione”, organizzato dall’Associazione ABICI e che ha registrato nel corso della due giorni, oltre la partecipazione di più di 300 giovani dell’Area Metropolitana di Cagliari, gli interventi delle organizzazioni giovanili qualificate del territorio afferenti al Comitato CASMI, dei vertici regionali della Polizia Postale e delle Comunicazioni, il dibattito con numerosi eurodeputati del Parlamento europeo e rappresentanti delle assemblee parlamentari di alcuni Paesi UE sul tema dell’inclusione dei giovani.

Parallelismi – forse superflui in questo articolo – particolarmente indicativi circa lo scarso tenore e innovatività dei servizi locali per i segmenti della popolazione fragile dell’Isola e, soprattutto, della capacità di fare “buona politica” degli amminstratori e legislatori locali.

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