Coinvolgere i giovani nella vita politica europea, Da Re: “Nel 2019 attivo solo l’8%”.

Cresce il distacco dei/delle giovani dalla vita politica locale, nazionale e, soprattutto, europea. Un dato incontrovertibile legato, come facilmente desumibile nella cronaca parlamentare, a lustri di assenza di interventi per i giovani e lo sviluppo di politiche giovanili di impatto.

A ricordare a Bruxelles il calo di interesse dei giovani verso la politica europea è stato recentemente l’eurodeputato di ID, Gianantonio Da Re: “Negli ultimi anni i giovani si sono sempre più distanziati dalla politica, soprattutto da quella attiva. Secondo i recenti dati Istat, infatti, già nel 2019 la politica veniva svolta in modalità attiva soltanto dall’8% dei giovani italiani. Ciò avverrebbe per svariate cause, quali uno scarso coinvolgimento durante il percorso educativo e una disillusione nei confronti delle soluzioni che la politica può garantire riguardo alla situazione svantaggiata delle fasce più deboli della società. Secondo le dichiarazioni rilasciate dai ministri responsabili per la cultura e l’istruzione della presidenza spagnola del Consiglio dell’Unione europea, il Consiglio intenderebbe impegnarsi a ridurre la scarsa rappresentazione degli studenti provenienti da minoranze e studenti con disabilità, promuovendo i valori europei nel sistema scolastico degli Stati membri”.

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Da qui la richiesta alla Commissione Ue per conoscere le misure mirate a sostenere l’insegnamento dell’educazione civica nei sistemi scolastici degli Stati membri, al fine di incentivare il coinvolgimento dei giovani nella vita politica europea.

Per la nuova commimssaria alla Gioventù, Iliana Ivanova, la Commissione starebbe sostenendo la cooperazione tra gli Stati membri nel settore dell’istruzione e, nell’ambito dello spazio europeo dell’istruzione, la Commissione offre agli Stati membri uno spazio dedicato all’esame congiunto dell’educazione civica, chiamata anche educazione alla cittadinanza, tramite il gruppo “Uguaglianza e valori nell’istruzione e nella formazione”.

Intervento che prosegue con la citazione del programma Erasmus+, iniziativa europea ricorda Ivanova che “sostiene progetti di mobilità e cooperazione volti alla promozione della partecipazione ai processi democratici attraverso attività di apprendimento formali o non formali, aiutando per esempio i docenti nell’insegnamento dei valori fondamentali e della
partecipazione democratica, promuovendo conoscenze ed esperienze sul processo decisionale dell’UE o affrontando le sfide della cittadinanza digitale”. Peccato, però, constatare nel merito del programma Erasmus+ i notevoli problemi evidenziati anche dalla commissione Cult che, tra valutazioni per le iniziative progettuali “al limite dell’assurdo” e ritardi nei pagamenti alle organizzazioni giovanili da parte delle Agenzie Nazionali, stanno trasformando il programma in una opportunità per pochi…

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Ma, come spesso capita dalle parti della Commissione von der Leyen, basta snocciolare la solita lista di programmi europei per dimostrare tutto il proprio effort in materia di condizione giovanile, salvo poi non intervenire sui correttivi che, di fatto, stanno creando sempre più barriere per la partecipazione. Un modus opernadi sul quale è caduta anche la neo commissaria per la Gioventù, dimostrando per l’ennesima volta, in perfetta continuità con la precedente Mariya Gabriel, i limiti concettuali dei rappresentanti della Commissione von der Leyen sul tema delle politiche giovanili.

“Le azioni Jean Monnet – prosegue Ivanova – il cui ambito è ora esteso alle scuole e agli alunni a partire dalla scuola primaria, aiutano i docenti a parlare dell’UE e a rafforzare la partecipazione degli studenti al processo democratico,
dotando quest’ultimi dei mezzi necessari per diventare cittadini attivi. Nuove azioni sostengono inoltre la formazione degli insegnanti e la creazione di reti di scuole. Tali azioni sono integrate da migliaia di partenariati di cooperazione che coinvolgono le scuole, nonché da ulteriori azioni quali le accademie degli insegnanti o le attività eTwinning accessibili
tramite la piattaforma europea per l’istruzione scolastica. Il Learning Corner dell’Ue – proseuge – offre una serie di strumenti educativi gratuiti sull’UE e sui valori europei, disponibili in tutte le 24 lingue dell’UE e per tutte le fasce di età. Ne sono un esempio le lezioni pre-elaborate incluse nel pacchetto di educazione civica. Il kit di strumenti sull’iniziativa dei cittadini europei, concepito recentemente, aiuta gli insegnanti a dotare gli studenti delle conoscenze e delle competenze necessarie per diventare cittadini dell’UE attivi e impegnati”. Tutte azioni, come richiamato sopra, accessibili per gli esperti di progettazione europea, non di certo per le piccole realtà rurali e periferiche dove non arriva neanche l’Ue…

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