Disagio giovanile, un corto contro l’autolesionismo e il suicidio.

Uno short horror film per la prevenzione dell’autolesionismo e il suicidio tra i giovani è la nuova iniziativa del Comune di Bologna. Realizzato realizzato nell’ambito di una rete di servizi di prevenzione per il disagio giovanile che offre l’Ufficio Giovani del Comune di Bologna insieme all’Associazione Dedalus – Centro di psicoanalisi di Bologna, il video rientra tra le iniziative di innovazione sociale finalizzate a prevenire e contrastare il rischio di esclusione sociale soprattutto degli adolescenti.

Il video, della durata di 7 minuti, sarà proiettato in anteprima domani alle 18,30, nella sala Cervi della Cineteca, in via Riva Reno 72, parla di una ragazza appena laureata, in attesa di trovare un’occupazione più consona ai suoi desideri, lavora come maschera nel teatro diretto dalla madre. Nel segreto della sua solitudine compie atti di autolesionismo. Una sera come le altre, durante il suo odiato ultimo giro di controllo della sala prima di chiudere, scopre di non essere sola come credeva.

“Stay dà ai ragazzi la possibilità di riconoscere la propria sofferenza e di capire che ci sono adulti che non hanno paura di ascoltarla e di guardarla in faccia. Sapere che le Istituzioni li vedono e li possono accogliere gli permette di chiedere aiuto” Mattia Santori, delegato alle Politiche giovanili

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“J. Lacan ci insegna che esistono due sole cose che non si possono guardare in faccia: il sole e la morte. Stay compie questo miracolo: ci fa guardare in faccia l’orrore della morte, senza sottolineare l’illusione della pace eterna” ha aggiunto Arianna Marfisa Bellini, psicoanalista.

Autolesionismo e suicidio: il suicidio, nel mondo, è la seconda causa di morte tra giovani e giovanissimi. In Italia sui 4.000 suicidi l’anno oltre il 5% è compiuto da ragazzi sotto i 24 anni, percentuale altissima per un sintomo mentale. Accanto a questo dato preoccupante si regista una crescita di fenomeni di autolesionismo: In Italia, gli studi sui campioni non clinici confermano le stime internazionali di incidenza tra il 13% e il 41,5% negli adolescenti e tra il 17% e il 41% nei giovani adulti.Un numero consistente di studi ha messo in evidenza la prevalenza femminile del comportamento, mostrando, ad esempio, che sono fino a tre volte più numerose le donne autolesioniste rispetto agli uomini, che il rischio di autolesionismo è di 1:7 per le donne e di 1:25 per gli uomini, che il comportamento è più diffuso tra le adolescenti e giovani adulte.

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Gli studi clinici più recenti hanno sottolineato l’importanza della prevenzione psicologica anche relativamente a questi sintomi mentali. Per anni si era temuto che parlare di questi fenomeni portasse a condotte emulative, ora la prevenzione ha mostrato quanto sia efficace invece affrontare apertamente le problematiche di autolesionismo e suicidio.

Perché l’horror? Per parlare ai giovani, spiegano dal Comune di Bologna, “è quantomai necessario utilizzare i loro mezzi comunicativi di elezione”: il video. Le serie tv ed i film che maggiormente prediligono sono di genere horror, (Stranger Things) fantasy noir (The Umbrella Academy), thriller psicologico (13 Reasons Why), solo per citarne alcune.

L’horror è il genere che da sempre mette in contatto l’uomo con le sue paure più ancestrali. Da quando è nato, come genere letterario, ha preso le distanze dalla razionalità e dalla chiarezza della logica del pensiero cosciente, consentendo allo spettatore di aggirare le proprie difese dell’io grazie alla sovraesposizione alla paura, all’inaspettato, al soprannaturale.Studi psichiatrici e psicologici hanno da sempre mostrato la valenza catartica di questo filone. Lo psicoanalista freudiano M.Grotjahn l’ha definito addirittura “autoterapia psichiatrica per gli adolescenti” . Su uno studio degli anni ‘90 della School of Medicine of Southern California invece si legge “I film dell’orrore svolgono per gli adolescenti molte delle funzioni che le fiabe svolgono per i bambini più piccoli”.

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“Abbiamo deciso dunque di utilizzare questo genere narrativo per affrontare i più terribili dei sintomi psichiatrici, quelli che coinvolgono la violenza agita verso se stessi sotto forma di cutting, pugni, bruciature, capelli strappati, fino ad arrivare al più misterioso ed estremo dei gesti, il suicidio, proprio per permettere ai ragazzi di identificarsi nel dolore del personaggio senza prenderne le distanze”.

foto Saliko da Pixabay