Commissione UE, Thierry Breton: “Il lavoro giovanile migliora l’occupabilità dei giovani con poche opportunità”.

Nonostante le misure e i piani d’azione disegnati dalla Commissione europea nella precedente legislatura, il livello di disoccupazione giovanile nell’area euro resta ancora molto elevato. Tralasciando le concause che acuiscono gli effetti negativi per i giovani europei (come l’assenza di leggi ad hoc sulle politiche giovanili e lo stanziamento di fondi per le politiche giovanili a dir poco imbarazzanti) gli ultimi dati di Eurostat del 2018, dicono che il tasso di disoccupazione giovanile conosce alti e bassi, registrando una forbice che parte dal 15,2% nei paesi più virtuosi (principalmente i Paesi del Nord Europa) al 30% nei paesi del Sud dell’Europa. Una vera e propria geografia della disoccupazione giovanile, dove i Paesi con il peggior rapporto deficit/Pil (Italia, Spagna, Grecia, Portogallo) vincono a mani basse.

Numeri che certificano come all’interno delle istituzioni europee la tematica della disoccupazione giovanile non abbia registrato l’affanno dei rappresentanti europei, ma si può, senza peccato e senza spergiuro, dichiarare che gli sforzi a livello europeo sono stati maggiori rispetto a quanto messo in campo dagli Stati nazionali che, paradossalmente, hanno da sempre competenza esclusiva per le politiche giovanili…una sfortunata incongruenza!

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Tra le voci sensibili al problema della disoccupazione giovanile in Europa si è alzata quella dell’eurodeputato Viktor Uspaskich (Renew Europe) autore dell’interrogazione parlamentare ‘Livello di disoccupazione giovanile nell’UE’.

Nella sua interrogazione l’eurodeputato lituano ha chiesto alla Commissione von der Leyen quali misure e piani d’azione sono stati decisi per affrontare il problema della disoccupazione giovanile nell’Unione Europea, dichiarando inoltre che: “Aiutare i giovani ad entrare e rimanere nel mercato del lavoro incoraggia la crescita economica e migliora gli standard di vita”.

In risposta all’eurodeputato di Renew Europe è intervenuto il Commissario per il lavoro della commissione von der Leyen,Nicholas Schmit: “Garanzia Giovani è stato il principale sforzo della Commissione per supportare la transizione dei giovani dall’istruzione al mondo del lavoro. Come riforma strutturale a lungo termine, la garanzia per i giovani ha già prodotto risultati tangibili. Dal 2014, ogni anno, oltre 3,5 milioni di giovani iscritti al programma Garanzia Giovani ha accettato un’offerta di lavoro, partecipato alla formazione continua, ad un tirocinio o apprendistato. La situazione dei giovani tra 15 e 24 anni è migliorata nel mercato del lavoro da quando è entrato a regime il programma Garanzia Giovani. Attualmente ci sono circa 1,5 milioni di giovani NEET in meno nell’Unione Europea e il programma – sostenuto finanziariamente dall’Iniziativa a favore dell’occupazione giovanile e dal Fondo sociale europeo – ha contribuito a questo risultato”.

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La proposta della Commissione per il futuro FSE+ si concentra ancora sull’occupazione giovanile. Gli Stati membri con tassi di NEET superiori alla media dell’UE nel 2019 dovranno destinare il 10% delle loro risorse FSE+ a interventi rivolti ai giovani disoccupati. La Commissione presenterà una proposta per rafforzare Garanzia Giovani nel secondo trimestre 2020″.

Nel suo intervento il Commissario ha poi concluso richiamando anche gli altri programmi europei destinati ai giovani: “Erasmus+ e il Corpo europeo di solidarietà hanno dimostrato la loro utilità nello sviluppare le competenze personali e professionali dei giovani, aumentando le opportunità di impiego verso i datori di lavoro. La strategia dell’UE per la gioventù promuove il riconoscimento dell’educazione e l’apprendimento non-formale e informale del lavoro giovanile, particolarmente utile per il miglioramento dell’occupabilità dei giovani con poche opportunità”.

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foto Alain Rolland Copyright © European Union 2021 – Source : EP

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