Giovani sardi, Deriu: “Dopo quasi 2 anni commissione non costituita”.

Pur nella ‘distrazione’ della cronaca quotidiana locale, oggi monopolizzata dalle hard news quali “la nebbia su Cagliari” e sul lancio della “fiera del turismo esperienziale”, ovvero l’ultimo fiore all’occhiello della “strategia di promozione turistica” della Giunta Solinas, il tema dell’avvio dell’indagine regionale sulla condizione giovanile in Liguria, non ha mancato di animare le riflessioni sullo stato dell’arte circa le azioni del Legislatore regionale sul tema della questione giovanile in Sardegna.

Una tematica, come dimostrato negli ultimi 3 anni, non proprio in auge tra le autoreferenziali mura dei vertici istituzionali della Regione Sardegna che, ad eccezione della proposta di legge n. 182, attualmente incagliata in commissione seconda dal mese di luglio 2020, confermano (se mai ce ne fosse stato bisogno) la propria distanza verso i problemi dei/delle giovani sardi/e.

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Neppure la crescita delle principali percentuali riferite alla “migliore gioventù” dell’isola, a partire dalla disoccupazione giovanile (al 50% in Sardegna, contro il 28,9% del resto d’Italia), ai livelli di dispersione scolastica (che nella regione si attesta intorno al 23%, a fronte del 14,5% delle altre regioni) e ai cosiddetti ”neet” (che in Sardegna risultano essere ben il 27,7%, mentre la media dell’Unione Europea si attesta intorno al 12,9%) sono riuscite a imprimere una scossa nella seconda isola dell’Italia insulare (per dimensione) e a smuovere la conclamata inerzia regionale sul tema della gioventù.

Questioni incontrovertibilmente fuori dai “radar” di via Roma e di via Oslavia (pazienza se il 2022 è stato proclamato l’Anno europeo della gioventù), come confermato dall’assenza di attenzione del Presidente del Consiglio, Michele Pais, in occasione della richiesta per l’istituzione di una commissione d’inchiesta sulla condizione giovanile nell’isola. Iniziativa legislativa, allo stato attuale, orfana di alcun riscontro ufficiale.

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“Nel gennaio 2021 – spiega il primo firmatario della richiesta Roberto Deriu – ho chiesto l’istituzione di una Commissione d’inchiesta sulla grave condizione giovanile in Sardegna, con richiesta fatta da oltre la metà consiglieri regionali, trasversalmente tra maggioranza e opposizione. Da allora sono passati quasi due anni, ma la Commissione non è stata ancora costituita e i problemi si sono acuiti, a maggior ragione dopo l’emergenza Covid”.

“Questa battaglia – prosegue l’esponente dem in Consiglio regionale – non è da considerarsi di opposizione o di maggioranza: non vi erano ragioni propagandistiche, ma solamente un dovere morale. Perché il nostro ruolo ci è stato affidato per creare migliori condizioni di vita in Sardegna, a vantaggio di tutti, anche dei giovani che, ricordiamolo sempre, rappresentano il vero futuro, ma troppo spesso vengono trattati come cittadini di serie b. Ecco perché, nei mesi successivi, ho riproposto con forza e in tutti i modi, sostenuto dai tanti colleghi presenti nell’Aula, la necessità dell’istituzione di una Commissione d’inchiesta sull’argomento, in modo da consegnare alla Giunta e al Consiglio regionale un rapporto aggiornato e completo su un tema così cruciale. Al momento, però, tutto tace. Ribadisco la mia posizione: ritengo fondamentale una favorevole legislazione e un impegno nel dibattito culturale e politico del Consiglio regionale, così da poter costruire la rinascita dalle nuove generazioni, da coloro che ne possono essere i veri protagonisti”.

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