Disinformazione online: prosegue la revisione del Codice di condotta.

La crisi del Covid-19 e l’aggressione militare della Russia contro l’Ucraina hanno introdotto nuove forme di disinformazione. Da qui la decisione dei firmatari del Codice di condotta delle piattaforme online di adottare misure urgenti per limitare la disinformazione relativa alla guerra in Ucraina. “Le lezioni apprese – evidenziano dalla Commissione europea – stanno ispirando il lavoro sul Codice e stanno aiutando a definire le azioni importanti necessarie per far fronte a questa ondata di disinformazione senza precedenti”.

Sul tema anche Věra Jourová, Vicepresidente per i Valori e la Trasparenza: “La disinformazione relativa alla guerra in Ucraina mostra il ruolo fondamentale delle piattaforme online. I megafoni del Cremlino non meritano di beneficiare dei potenti strumenti offerti dalle piattaforme online per diffondere le loro bugie. Per questo abbiamo bisogno di soluzioni sostenibili che rispettino i diritti fondamentali. Conto sui firmatari per finalizzare rapidamente la revisione del Codice per mettere in atto misure efficaci e trasparenti”.

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“Il Codice – ha ricordato Thierry Breton, Commissario per il Mercato interno – deve essere all’altezza delle aspettative e, insieme al Digital Services Act, diventare un valido strumento per mitigare i rischi della disinformazione”.

Contrasto alla disinformazione, però, che può portare a derive censorie, peraltro scarsamente funzionali alla creazione di un ambiente informativo pluralista, come dimostrato dalla stessa Unione europea in occasione della decisione di ‘bannare’ i canali di Russia Today e Sputnik.

La disinformazione, passa anche dai limiti disseminati dalle istituzioni lungo il percorso per lo sviluppo del pensiero critico degli utenti della rete.

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