Vaccini Covid-19: lo scontro fra gli eurodeputati sulla proposta di rinunciare ai brevetti.

Il 19 maggio, durante il dibattito in plenaria, gli eurodeputati si sono trovati in disaccordo in merito alla proposta per l’Europa di rinunciare ai brevetti per i vaccini contro il Covid-19. Scontro nato in seguito alla scelta dell’amministrazione americana a inizio maggio, di rinunciare temporaneamente ai diritti di proprietà intellettuale su vaccini e farmaci contro il Covid-19. India e Sudafrica lo avevano già proposto a ottobre 2020, e adesso il tema è in corso di discussione da parte dell’Organizzazione mondiale del commercio (OMC). Nel frattempo, circa 60 Paesi hanno già espresso il loro sostegno all’iniziativa.

Tra i sostenitori della proposta, la rinuncia ai brevetti migliorerebbe l’accesso su scala mondiale a vaccini economici e ad altri prodotti medici: “È vero che in passato questo modello ci ha aiutati a progredire economicamente e in abito medico, tuttavia con 3 milioni di morti a causa della pandemia necessitiamo di soluzioni straordinarie. L’Unione Europea deve dare il massimo per aiutare i Paesi poveri e bisognosi di aiuto. Stiamo parlando di un obiettivo che non solo ha carattere umanitario, ma anche geostrategico”, ha affermato Iratxe Garcia Pèrez, presidente del gruppo dei Socialisti e Democratici.

Vaccino Covid-19, foto ©Andrea Sabbadini
Vaccino Covid-19, foto ©Andrea Sabbadini

Parere condiviso da Philippe Lamberts del gruppo dei Verdi/Alleanza libera europea: “In questo momento, centinaia di milioni di persone non hanno accesso a vaccini, solamente perché nate nel posto sbagliato. L’Europa deve guardare ai vaccini come a un bene comune e le decisioni che riguardano quantità e costi non possono essere lasciate nelle mani di tre o quattro grandi case farmaceutiche”.

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Secondo i detrattori della proposta di rinuncia ai brevetti, bisognerebbe invece aumentare la produttività dei vaccini, come ricordato da Esther de Lange del Partito popolare europeo, per la quale l’UE ha esportato quasi lo stesso numero di dosi, di quante ne abbia tenute per gli Stati membri: “Bisogna eliminare le barriere legate all’esportazione di materiali e vaccini, specialmente per Paesi come Regno Unito e Stati Uniti e la produzione deve aumentare drasticamente non solo qui, ma anche in Africa, Asia e America latina. L’Europa dovrebbe aiutare in particolar modo l’Africa a produrre i propri vaccini. Le conoscenze legate alla produzione devono poter essere condivise”.

Dacian Cioloş del gruppo Renew Europe, ha poi ribadito come la proposta degli Stati Uniti di rinunciare ai brevetti non risponda ai problemi reali: “Il Presidente Biden non offre soluzioni tempestive, poiché la rinuncia ai brevetti è una procedura lunga e complessa. Quello di cui abbiamo davvero bisogno, è di inviare subito aiuti ai Paesi poveri”. Nel suo intervento l’esponente romeno ha inoltre insistito sulla necessità per gli Stati Uniti di sostenere l’iniziativa COVAX per l’approvvigionamento di test, terapie e vaccini ai Paesi a basso e medio reddito.

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Per Geert Bourgeois (ECR) “rinunciare ai brevetti significherebbe avere quello che si chiama una falsa idea buona”. “Non è mai stato dimostrato che la rinuncia porterebbe a un’accelerazione o a un aumento dei vaccini. La produzione di un vaccino è più che complessa e insieme ai controlli di qualità, richiede svariati anni. Quindi rinunciare nel 2021 non porterebbe ad alcun effetto. La vera soluzione sta nell’aumentare drasticamente la produzione”.

Parlando a nome della Presidenza del Consiglio portoghese, Augusto Santos Silva ha dichiarato che l’UE è pronta a discutere proposte concrete sui diritti di proprietà intellettuale dei vaccini. Tuttavia, ha sottolineato come l’attuale contesto internazionale sia già sufficientemente flessibile da fornire licenze obbligatorie, che possano consentire esportazioni verso Paesi che non dispongono di capacità produttiva.

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Il Vicepresidente esecutivo della Commissione Valdis Dombrovskis ha rimarcato, invece, il principio della interdipendenza tra le popolazioni: “Le responsabilità dell’Europa non si fermano ai nostri confini. Siamo sempre stati attenti alle necessitá di una solidarietà globale e l’abbiamo dimostrato con azioni concrete, perché nessuno è al sicuro finché non lo siamo tutti”.