Riconoscere il ruolo dello youth worker in Italia.

Sono circa 2 milioni gli Youth Workers attivi in Europa, perlopiù giovani tra i 18 ed i 35 anni. Animatori socioeducativi che facilitano l’apprendimento e lo sviluppo personale e sociale dei giovani, affinché diventino cittadini autonomi e responsabili attraverso la partecipazione attiva ai processi decisionali e l’inclusione nelle rispettive comunità.

I loro ambiti di intervento spaziano su molteplici fronti della formazione e della educazione dei ragazzi: animatori, docenti, volontari che si occupano di assistenza sociale e sanitaria, soci di una cooperativa sociale, artisti che dedicano con passione la loro attività all’insegnamento del teatro, della musica e dell’arte.

Costruttori di ponti, creano spazi vitali per i ragazzi, connettono e fanno rete tra realtà che possano sostenere i progetti dei giovani; innovatori sociali perché sperimentano nuove forme di partecipazione sociale e democratica. 

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In Italia, nonostante l’importante ruolo degli operatori giovanili, il lavoro degli youth workers sconta la mancanza di una regolamentazione statale completa ed unitaria, nonostante il Governo italiano nel 2019 abbia posto al centro della sua azione le politiche per i giovani, focalizzando la propria attenzione sulla partecipazione inclusiva. Il campo dello Youth Work è demandato perlopiù ad una legislazione decentrata regionale e locale con pochi richiami normativi negli atti legislativi nazionali.

Da questo quadro ne deriva una riconoscibilità del fenomeno a macchia di leopardo con diritti e doveri degli animatori socio-culturali frammentati che non godono di una copertura statale forte.

Uno degli interventi regionali più innovativi lo ha realizzato la Regione Campania con la legge regionale “Costruire il futuro. Nuove politiche per i giovani” n. 26 del 8 agosto 2016 e successivi provvedimenti specifici con la quale per la prima volta sono stati formalmente identificati gli youth workers.

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Un ulteriore esempio di buona pratica è rappresentata dalla legge regionale n. 6 del 1° marzo 2019 applicata dalla Regione Piemonte. La norma definisce gli standard minimi richiesti per essere considerato un animatore giovanile, il profilo professionale e l’accesso alla professione.

foto Sardegnagol, riproduzione riservata.

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