Politiche giovanili, anche la XVI Legislatura non ha fatto nulla.

A meno di un mese dal prossimo appuntamento elettorale del 25 febbraio, tra le tante occasioni mancate dal Legislatore si può citare anche l’assenza di interventi per le politiche giovanili in Sardegna.

Andando infatti oltre il tentativo “scimmiottesco” della proposta di legge 182, praticamente morta all’interno della Commissione seconda, e la proposta di istituzione di una commissione di inchiesta sulla condizione giovanile nell’Isola, anche rimasta lettera morta, per i/le giovani sardi/e la maggioranza al Governo della Regione dal 2019 ha combinato poco per usare un eufemismo.

Nonostante questo non sono mancate, anche recentemente, le iniziative autoreferenziali all’interno del Consiglio regionale, dove la stessa Garante per l’Infanzia, dirigente nazionale del Psd’Az, ha ascoltato la delegazione delle consulte giovanili regionali. Ma per parlare di cosa? Probabilmente di nulla se non per ribadire che la politica deve ascoltare le esigenze delle giovani generazioni.

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Peccato, però, aver notato che lo stesso partito del presidente (e della garante) ha guardato altrove in 5 lunghi anni di governo. A poco, pertanto, potrà servire la proposta di consulenza e collaborazione per “rendere sempre più partecipi e propositivi i giovani nelle iniziative che d’ora in avanti – la garante – promuoverà a favore dei diritti di tutte le persone di minore età, incominciando dall’infanzia”.

Insomma, il solito bla bla bla – per citare una giovane attivista ormai dimenticata dai media mainstream – che, con grande probabilità, non aggiunge nulla di nuovo all’effort dimostrato per i giovani e le politiche giovanili dalla XVI Legislatura e, dal ‘cocuzzaro’ legato ai partiti di maggioranza.

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