PNRR e discipline Stem. A chi vanno i fondi?

Un decreto del ministero dell’istruzione ha distribuito circa 1,1 miliardi di euro per l’insegnamento delle materie Stem e delle lingue, seguendo una ripartizione ‘automaticamente’ legata a criteri demografici, piuttosto che optare per indicatori qualitativi di più ampio respriro. Una modalità, ricordano da Fondazione Openpolis, che poteva essere integrata “dall’utilizzo di ulteriori indicatori per avvicinarsi di più ai reali fabbisogni dei territori”.

“Le scuole beneficiarie – proseguono da Openpolis – non hanno dovuto partecipare a nessun bando per ottenere queste risorse che sono state assegnate automaticamente sulla base di un criterio demografico. Si tratta di un metodo che il Ministero dell’istruzione ha utilizzato anche per altre risorse del Pnrr, come ad esempio quelle del piano Scuola 4.0″.

Scelta che comporta alcune insidie per l’istituto: “In primo luogo il fatto che le scuole dovranno presentare i progetti solo successivamente all’assegnazione dei fondi e che ciò potrebbe portare a delle rinunce. Non è detto infatti che tutti i soggetti beneficiari saranno in grado di presentare proposte adeguate. Il quadro della distribuzione delle risorse nei territori potrebbe quindi mutare. Ma sono proprio le scuole più in difficoltà, anche dal punto di vista organizzativo, quelle che avrebbero maggiormente bisogno dei fondi del Pnrr. Inoltre, se da un lato è vero che anche con lo strumento dei bandi il mondo dell’istruzione ha fatto registrare delle difficoltà, come testimonia la vicenda del bando sugli asili nido, bisogna anche rilevare che la scelta di finanziare maggiormente le scuole con più studenti e insegnanti, poteva essere integrata attraverso il ricorso a indicatori ulteriori. Parliamo ad esempio delle informazioni sui divari educativi, socio-demografici e di dotazione del patrimonio edilizio scolastico. Così da poter indirizzare le risorse nei territori con maggiore fabbisogno”.

LEGGI ANCHE:  Pnrr: nuova richiesta di accesso agli atti sulle informazioni mancanti.

In base al cronoprogramma del Pnrr gli obiettivi di questa misura dovranno essere conseguiti entro la fine del prossimo anno scolastico. Entro il 30 giugno del 2025, infatti, ci si attende che almeno 8mila scuole abbiano avviato percorsi di orientamento nelle materie Stem rivolti agli studenti. Allo stesso tempo, dovranno essere erogati agli insegnanti almeno mille corsi annuali di lingua e metodologia.

Il decreto, che assegna agli istituti la maggior parte dei fondi previsti dalla misura, è stato firmato dal ministro Giuseppe Valditara lo scorso 12 aprile. Le risorse dedicate alla formazione degli studenti ammontano a 600 milioni. Come anticipato nell’introduzione, sono stati ripartiti tra i vari istituti di ogni ordine e grado in proporzione al numero degli studenti iscritti, come risultanti dall’anagrafe delle istituzioni scolastiche statali per l’anno 2022-2023. Altri 150 milioni, ricordano da Openpolis, sono stati stanziati a favore dei docenti per la realizzazione di percorsi formativi di lingua e di metodologia Clil (Content language integrated learning) di durata annuale, finalizzati al potenziamento delle competenze e delle metodologie di insegnamento. In questo caso la distribuzione dei fondi è avvenuta sulla base del numero dei docenti in organico presso ciascuna scuola così come riportato nell’anagrafe. Nel primo caso come nel secondo, le scuole quindi non hanno avuto bisogno di presentare proposte per accedere a queste risorse. La definizione dei progetti da realizzare infatti viene rinviata a un secondo momento.

LEGGI ANCHE:  L'obbligo del green pass nelle scuole, università e strutture sanitarie.

I fondi Pnrr sono stati assegnati automaticamente, senza che fosse necessario presentare proposte. Questo compito spetta all’unità di missione del Pnnr del ministero. Tale ufficio dovrà procedere alla stipula degli accordi di concessione del finanziamento con i soggetti attuatori e alla definizione di indicazioni per la progettazione, la gestione e la rendicontazione. Questi passaggi risultano ancora da completare.

A livello provinciale il territorio che riceve più fondi è Roma con circa 48,5 milioni di euro. Seguono la città metropolitana di Napoli (48,4 milioni) e quella di Milano (33,9). In media ad ogni istituto sono andati circa 90mila euro.

Gli istituti coinvolti sull’intero territorio nazionale sono circa 8mila. Il maggior numero di scuole beneficiarie delle risorse si trova nel napoletano (511), seguono quelle di Roma (493), di Milano (332), di Torino (259) e di Palermo (198).

A livello di singole scuole è l’istituto di istruzione superiore Aldini Valeriani di Bologna a ricevere la maggior quota di risorse. Parliamo di circa 264mila euro, di cui 218mila per gli studenti e 46mila per gli insegnanti. Seguono l’istituto alberghiero Pietro Piazza di Palermo (261mila euro), il liceo scientifico Enrico Fermi di Aversa (250mila euro) e il polo scientifico tecnico professionale Fermi-Giorgi di Lucca (248 mila euro).

LEGGI ANCHE:  Giovani startupper: ecco la call di EIT Digital.

Altri 200 milioni infatti sono riservati alle scuole paritarie non commerciali. In questo caso però la scelta è stata quella di assegnare i fondi tramite bando pubblico. Bando che è attualmente in corso e che si chiuderà il prossimo 15 dicembre.

I restanti 150 milioni di euro invece sono stati oggetto di un altro decreto ministeriale. Con queste risorse si punta al potenziamento della mobilità internazionale di studenti e personale scolastico incrementando le risorse ordinarie del programma Erasmus+ 2021-2027. Attualmente però non sono note le modalità con cui saranno assegnati questi fondi.

Relativamente alle modalità di erogazione dei fondi è previsto un primo acconto a seguito della sottoscrizione dell’accordo di concessione. Le restanti risorse saranno rilasciate fino a un massimo del 90% dell’importo assegnato via via che si concluderanno e saranno rendicontati i percorsi formativi. Il restante 10% invece sarà erogato sulla base della presentazione della richiesta di contributo finale attestante la conclusione dell’intervento, nonché il raggiungimento dei relativi obiettivi.

foto governo.it