Giovani, musica “violenta” e droghe. Le ultime dal Parlamento europeo.

Per l’educazione dei giovani europei bisogna agire contro le musiche “violente” e le droghe. A chiederlo, in due distinte interrogazioni parlamentari, sono stati Paolo Borchia (Identità e Democrazia) e Victor Negrescu (S&D).

In particolare, l’esponente italiano ha chiesto di introdurre nuove misure per limitare la diffusione della musica violenta tra i giovani. Elemento alla base del fenomeno della criminalità minorile: “Il fenomeno della criminalità minorile è in forte crescita. Negli ultimi anni, infatti, si è verificato un importante aumento di atti criminali commessi da giovanissimi, le cosiddette “baby gang”. La connessione presente tra violenza giovanile e musica può essere facilmente rintracciata nella cronaca di questi giorni, visto che sono sempre di più i “trapper”, considerati esempi da seguire soprattutto dai più giovani, ad essere coinvolti in risse, rapine e sparatorie, spesso fenomeni di regolamento di conti tra gang”, scrive Borchia.

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Per il collega Negrescu, ancora, circa il 29% dei cittadini dell’UE di età compresa tra 15 e 64 anni ha provato droghe illegali almeno una volta nella vita: “Purtroppo, sempre più giovani sono vittime del consumo di droga senza ricevere il sostegno necessario per prevenire e risolvere i problemi di tossicodipendenza”.

Da qui la richiesta di informazioni alla Commissione Ue sulle misure adottate insieme agli Stati membri per prevenire e combattere il consumo di droga tra i giovani e i bambini nel contesto del forte aumento del numero di giovani consumatori in molti Stati membri dell’UE.

Interrogazioni, ancora oggi, che non hanno ricevuto la dovuta considerazione da parte dell’Esecutivo von der Leyen.

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