Indagine Merck. La genitorialità non è una priorità per un giovane su tre.

I giovani italiani dichiarano di avere una salute emotiva peggiore di quella fisica. Il 47% dei giovani della generazione Z e il 59% dei millenials ritengono infatti di godere di una condizione fisica “buona o molto buona”, a differenza di quella emotiva che si attesta sul 41% per la Generazione Z e sul 51% per i Millenial. E, rispetto al genere, gli uomini ritengono di essere più in salute delle donne.

Sono questi i principali higlights dell’indagine realizzata da Merck “Sostenibile o niente. Il futuro che vogliono i Millennial e gli Zeta di Europa” con il supporto tecnico di GAD3.

Promossa in occasione dell’”Anno europeo dei Giovani”, proclamato dalla Commissione Europea lo scorso settembre 2021 dalla Presidente Ursula von der Leyen, la ricerca ha coinvolto 6.119 giovani di età compresa tra i 18 e i 35 anni in dieci Paesi europei (Spagna, Germania, Austria, Francia, Ungheria, Italia, Norvegia, Polonia, Portogallo e Regno Unito).

Quanto sono sani gli ambienti sociali in cui vivono i giovani italiani? Secondo la ricerca di Merck i giovani italiani affermano che gli ambiti sociali per loro più sani sono la famiglia (86%) e gli amici (84%), seguiti dall’ambiente di lavoro e di studio (74%). Solo il 55%  ritiene i social media un ambiente sano.

Per quanto riguarda i punti di riferimento dei giovani italiani per le informazioni sulla salute sono principalmente i professionisti della salute, scienziati e ricercatori. Quando si tratta di cercare un consiglio per uno stile di vita sano da seguire infatti gli operatori sanitari (57%), le agenzie che si occupano di salute (49%) e gli account ufficiali di enti pubblici o privati (36%) sono le tre principali fonti di informazione, seguite a ruota dai divulgatori/creatori di contenuti sulla salute (33%). 

LEGGI ANCHE:  ToAsia Young Expert. L'Aspal lancia una nuova iniziativa per i giovani.

Risulta invece bassa la fiducia nei confronti degli influencer su temi lifestyle: solo il 13% dei giovani italiani si affida a loro.

Gli operatori sanitari e gli scienziati/ricercatori spiccano anche in un’altra classifica stilata dagli italiani intervistati: sono infatti i veri eroi/eroine di questi anni per l’86% dei giovani italiani, superando anche i campioni dello sport (5%) e gli imprenditori di successo (10%).

Gli italiani intervistati hanno anche le idee molto chiare su quale ambito della ricerca scientifica sostenere: il 76% infatti darebbe priorità alla lotta contro il cancro, seguita da quella alle malattie neurodegenerative come l’Alzheimer e la Sclerosi Multipla. L’infertilità (28%) e il Covid-19 (26%) sono priorità meno sentite.

“È significativo che la Generazione Z e i Millennial europei, secondo i risultati del nostro sondaggio, ritengano che la salute, la ricerca e la scienza, siano valori assolutamente prioritari – afferma Marieta Jiménez, Senior Vice President Europe di Merck Healthcare -. Questi giovani stanno già costruendo il futuro immediato e noi dobbiamo ascoltarli.  In Merck, il 41% delle nostre persone è costituito da Millennial e ci sono sempre più appartenenti alla generazione Z. Ritengo sia essenziale avvicinarci a loro e scoprire come pensano e sentono, di cosa hanno bisogno e quanto possono contribuire a questa trasformazione sociale in cui hanno già iniziato a giocare un ruolo di primo piano”.

LEGGI ANCHE:  Uniss, Medicina e Odontoiatria: stamattina il test d'ingresso.

La genitorialità si conferma non essere una priorità per un giovane italiano su tre. Con riferimento al tema della genitorialità, il 71% dei giovani italiani intervistati dichiara di non avere figli, percentuale che sale all’87% per i giovanissimi della generazione Z. Dato ancora più allarmante, il 35% dei giovani italiani senza figli non prevede di averne in futuro, rispetto al 28% degli europei.

“Avere una buona salute fisica ed emotiva”, “avere un partner adatto” e un “lavoro stabile e soddisfacente” sono i fattori più importanti per i giovani italiani ed europei quando prendono in considerazione la genitorialità.

E se un figlio, pur desiderato, non arriva? 7 giovani italiani su 10 hanno affermato che ricorrerebbero a cure mediche se non riuscissero a concepire naturalmente.

LEGGI ANCHE:  Sport: 5 milioni di euro dalla Giunta regionale.

“Le risposte dei giovani italiani sul tema della genitorialità non devono sorprendere – dichiara Jan Kirsten, Presidente e Amministratore Delegato di Merck Healthcare Italia -. È evidente che un contesto socio-economico non particolarmente favorevole, le difficoltà nel trovare un’occupazione soddisfacente e l’incertezza per il futuro abbiano un impatto importante su un progetto bello e impegnativo come quello di avere dei figli”.

C’è però anche un risvolto molto interessante: la maggior parte di coloro che, superate remore e timori, vogliono avere un figlio, è così determinata che non esiterebbe a ricorrere a cure mediche qualora non riuscisse a concepire naturalmente.

“Questi temi sono molto vicini alla nostra sensibilità – prosegue Jan Kirsten – Merck ha infatti una storia pioneristica nell’area dell’infertilità, iniziata proprio in Italia alla fine degli anni ’40. Come realtà all’avanguardia in questo ambito, conosciamo molto bene quali barriere e difficoltà possono frapporsi al sogno di avere un figlio e siamo attivamente impegnati per aiutare a rimuoverle.  In particolare  ci sentiamo responsabili nel favorire un dialogo virtuoso e proficuo tra i professionisti della salute, le Istituzioni e l’industria, al fine di aiutare questi giovani a realizzare il loro sogno di genitorialità e combattere il declino demografico e le sue conseguenze a livello socio-economico”.

foto di Denise Husted da Pixabay