Importazioni di GNL russo, Androuet: “Soluzione americana più inquinante”.

Quale verità si cela dietro il forte aumento delle importazioni di gas natuale liquefatto dalla Russia? A chiederselo, nonostante la guerra in Ucraina sia ormai passata in secondo piano (come spesso capita con le questioni geopolitiche scomode), è stata l’esponente del gruppo Identità e Democrazia, Mathilde Androuët.

“Il piano REPowerEU – scrive l’eurodeputata – mirava a porre fine alla nostra forte dipendenza dal gas naturale proveniente dalla Russia. La Commissione aveva infatti dichiarato che ‘grazie alle misure previste dal piano REPowerEU, sarà possibile ridurre gradualmente l’utilizzo di combustibili fossili di almeno 155 miliardi di metri cubi, ovvero il volume totale di gas che abbiamo importato dalla Russia nel 2021’ . Tuttavia – prosegue Androuët -, è stato riferito che l’UE è pronta a importare volumi record di gas naturale liquefatto (GNL) dalla Russia, nonostante l’obiettivo mirato a bloccare l’importazione di combustibili fossili russi entro il 2027. Secondo Global Witness – ha aggiunto la rappresentante di ID – tra gennaio e luglio 2023, i Paesi dell’UE hanno acquistato 22 milioni di metri cubi di GNL, rispetto ai 15 milioni di metri cubi dello stesso periodo del 2021, un aumento del 40%. Si tratta di un aumento molto più marcato rispetto all’aumento medio globale delle importazioni di GNL russo, che si attesta al 6%. Secondo l’IEEFA – l’Istituto di Economia Energetica e Analisi Finanziaria -, entro il 2030, la domanda europea di GNL potrebbe raggiungere tra i 150 ei 190 miliardi di metri cubi”.

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Da qui la domanda alla Commissione Ue per capire se l’aumento della quota del gas americano nel mix europeo, che potrebbe portare all’emissione di un +20-45% di gas serra rispetto al gas russo, possa essere considerata congrua con i piani per lo sviluppo sostenibile in Europa e con gli interventi di facciata “contro la russia”.

A rispondere all’interrogazione è stata la commissaria Kadri Simson, la stessa (giusto per ricordare la partigianeria del cosiddetto Stato di diritto) che lo scorso luglio 2022 con la presidente von der Leyen ha chiuso un accordo con il governo azero. Nazione, come facilmente rilevabile, impegnata in un sanguinoso conflitto con l’Armenia che, al momento, vede migliaia di cittadini dell’ex enclave armena del Nagorno-Karabakh riparare in Armenia, rappresentando l’ennesima crisi umanitaria della quale poco “importa” all’uomo della strada.

“L’UE ha importato 19 miliardi di metri cubi (bcm) di gas naturale liquefatto (GNL) dalla Russia nel 2022”. Alla faccia delle famose sanzioni che tanto hanno ingannato i cittadini europei.

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“Nel 2022 – prosegue la Simson – l’UE ha importato dalla Russia 19 miliardi di metri cubi di gas naturale liquefatto (GNL), ossia sei miliardi di metri cubi in più rispetto al volume ridotto del 2021, ma solo due miliardi di metri cubi in più rispetto al 2019. Il 2021 non è un anno di riferimento adeguato a causa della riduzione complessiva del consumo di gas causato dalla pandemia di Covid. L’importazione aggiuntiva di GNL nel 2022 è una piccola frazione rispetto alla riduzione delle importazioni via gasdotto dalla Russia (-76 bcm). L’UE crede di raggiungere gli obiettivi di REPowerEU per quanto riguarda le importazioni cumulative di gas, dato che le importazioni di gas russo sono diminuite del 67% tra luglio 2021 e luglio 2023″.

Intervento che prosegue con la dichiarazione sulle forniture di GNL dagli Stati Uniti: “Gli USA sono il principale fornitore di GNL dell’UE. Anche se i volumi delle importazioni di di GNL russi sono aumentati tra il 2021 e il 2022, la quota della Russia nelle importazioni di GNL dell’UE è dell’UE è scesa al 16% nel 2022 dal 20% nel 2021. La Commissione sta collaborando con gli Stati membri per garantire che la Russia non tragga vantaggio dagli sforzi di diversificazione dell’UE attraverso le forniture di GNL. Oltre all’aumento delle forniture non russe – conclude la Simson – l’attuazione di REPowerEU comprende politiche ambiziose per l’efficienza energetica, la riduzione della domanda e l’accelerazione della diffusione delle energie rinnovabili, riducendo il consumo di gas dell’UE del 30%“. Nel frattempo si continua a non voler tagliare il cordone energetico con la Russia, nonostante una guerra per corrispondenza in atto.

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Ma per la commissaria “queste politiche hanno già avuto effetti importanti, riducendo complessivamente le emissioni di gas serra associate al sistema energetico dell’UE”.

foto European Parliament 2020, Jean Van De Vel