Giovani, tempo di ‘saldi’ elettorali da parte del PD.

Una dote per i 18enni finanziata con l’incremento della tassa di successione sui patrimoni ultra milionari. Questa l’ultima estemporanea proposta del segretario del PD Enrico Letta, rilasciata ieri nel corso del Tg2 Post. “E’ giusto che chi ha un patrimonio plurimilionario lasci qualcosa alla società e se quel qualcosa viene ridato ai giovani, che oggi sono attanagliati dalla precarietà, credo sia il senso di generazioni che si aiutano”.

Insomma, prosegue nel segno delle ‘sparate una tantum’ del segretario del PD, la campagna elettorale del principale partito del centrosinistra italiano che, con riferimento alle politiche giovanili, non ha combinato granché negli ultimi decenni, come dimostrato dall’inequivocabile assenza di buone pratiche per il sostegno dell’inclusione dei/delle giovani italiani/e adottate dal Legislatore in questi anni di Governo. Esecutivonazionale, va evidenziato, che ha visto protagonista lo stesso PD in più di una puntata.

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Per essere maggiormente credibile verso l’elettorato under35, il PD, piuttosto della politica da “mercato del tempio”, dovrebbe optare per ben altre argomentazioni e proposte maggiormente focalizzate sulla mobilità internazionale – possibilmente integrando politiche nazionali con le buone pratiche europee -, sullo sviluppo delle competenze trasversali e sull’accesso al credito per i giovani, specialmente verso quelli senza risorse proprie e garanti. Proposte che non dovrebbero fermarsi ai semplici slogan ma che dovrebbero anche offrire elementi sulla sostenibilità finanziaria degli interventi.

Ma non si può certo pretendere di più dalla desolante campagna elettorale (sarà forse il caldo?) che, sul tema della dote ai 18enni, ha registrato la “veemente” risposta del leader pentastellato (nonché ex alleato del PD), Giuseppe Conte, altro esponente di spicco decisamente non pervenuto negli ultimi anni sul tema dei giovani e delle politiche giovanili, come confermato dalle politiche adottate nel corso dei Governi Conte I e Conte II: “Il problema dei giovani non lo risolvi tassando i super ricchi e offrendo una dote ai 18enni. I giovani non vogliono una dote, vogliono la speranza per il proprio futuro, vogliono un’opportunità concreta di lavoro, non il lavoro precario di un giorno o una settimana”.

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Argomentazioni che non possono che spostare l’intenzione di voto (per i sempre meno giovani che andranno a votare), verso il blocco di centrodestra che, sul tema dei giovani e delle politiche giovanili, almeno tace sapendo di non avere argomenti!

foto The Jacques Delors Institute