Giovani e lavoro: dopo 5 anni il 20% è sempre precario.

Il paradigma lavorativo del nostro Paese continua a non essere particolarmente virtuoso nell’ambito dell’inclusione dei giovani. A distanza di 5 anni, infatti, il 20% dei lavoratori under35 continua ad essere precario e a non vedere riconosciuto un contratto di lavoro adeguato al livello professionale.

A ricordarlo il Governatore della Banca d’Italia, Ignazio Visco: “La quota di giovani che dopo cinque anni si trova in condizioni di impiego a tempo determinato resta prossima al 20%. Troppi non hanno un’occupazione regolare o, pur avendola, non si vedono riconosciute condizioni contrattuali adeguate”.

Problemi, ancora, facilmente rilevabili anche con riferimento alla percentuale di laureati under35 nel nostro Paese: “Un’economia innovativa richiede una forza lavoro qualificata ma la quota di laureati tra le persone di età compresa tra i 25 e i 34 anni è ancora oggi inferiore al 30 per cento in Italia, contro una media europea superiore al 40%”.

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Titoli di studio scarsamente considerati dalle imprese italiane, ha aggiunto Visco: “E’ ancora troppo bassa la quota di aziende che puntano con decisione sulla valorizzazione del capitale umano e delle capacità manageriali, fondamentali per trarre beneficio dalle nuove tecnologie e accrescere la capacità competitiva dei prodotti e servizi offerti sui mercati nazionali e globali”.

foto Banca d’Italia