Deepfake e revenge porn, Raffaele Fitto: “Disparità di valutazione all’interno dell’UE”.

“Internet e i social media hanno contribuito alla semplificazione e alla velocizzazione delle relazioni umane, ma, al contempo, hanno favorito il diffondersi di categorie del tutto nuove di illeciti e di altrettante nuove fonti di responsabilità”. E’ quanto ricordato dall’eurodeputato del gruppo Conservatori e Riformisti europei, Raffaele Fitto, alla Commissione europea affinché nell’Ue si proceda verso la creazione di un sistema omogeneo in merito alla valutazione del fenomeno.

“Tra i fenomeni più preoccupanti – prosegue l’esponente di ECR – risultano il deepfake ed il revenge porn, che compromettono la reputabilità e l’immagine di una persona, attraverso la creazione di falsi digitali e/o la diffusione di immagini e video con contenuti sessualmente espliciti, senza il consenso e l’autorizzazione dell’interessato. Considerando che le competenze per perseguire penalmente questi reati appartengono ai singoli Stati membri, va, invero, evidenziato che all’interno dell’UE esistono differenze e disparità di valutazione delle condotte criminose e del relativo trattamento sanzionatorio, che rendono difficile identificare se un reato si configuri in uno Stato membro piuttosto che in un altro”.

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A nome della Commissione ha risposto il Commissario Didier Reynders, ricordando che “la strategia per la parità di genere riconosce che la violenza di genere online è pervasiva” e che “la condivisione non consensuale di immagini private o intime e i ‘deep fake’ sono forme di tale violenza”.

“La Commissione – ha ricordato Reynders – presenterà una proposta legislativa per combattere la violenza contro le donne e la violenza domestica sia offline che online, introducendo norme in materia di prevenzione, protezione, accesso alla giustizia e assistenza alle vittime”.

Sul tema del contrasto ai contenuti illegali online, prosegue, “la Commissione ha proposto la legge sui servizi digitali che contiene una serie di obblighi in materia di doveri di diligenza per le piattaforme online e altri intermediari per ridurre in modo significativo i contenuti illegali online. Inoltre, la proposta di regolamento sull’intelligenza artificiale impone agli utenti di sistemi di IA che generano ‘deep fake’ di etichettarli come contenuti generati o manipolati artificialmente”.

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A tutela degli utenti, come ricordato nel corso dell’intervento del Commissario, scende in campo il regolamento generale sulla protezione dei dati che conferisce a coloro i cui dati personali sono trattati illecitamente il diritto di ottenere che il titolare del trattamento li cancelli. Esso è fatto rispettare dalle autorità di controllo e dagli organi giurisdizionali nazionali.

“Un elemento centrale degli sforzi della Commissione volti a garantire un ambiente digitale
più trasparente, sicuro e affidabile – conclude Reynders – è il codice di buone pratiche sulla disinformazione,
firmato dai principali portatori di interessi”.