Commissione sulla condizione giovanile, Deriu rilancia la sua proposta.

Dopo il nulla rilevato negli ultimi due anni, il consigliere regionale del PD, Roberto Deriu, ha rilanciato ieri la propria proposta di istituzione della Commissione d’inchiesta sulla condizione giovanile in Sardegna. Una richiesta, alla luce del pregresso osservato in questi anni di legislatura, che non aggiunge nulla di nuovo in un Consiglio regionale dove, escludendo l’unico tentativo rappresentato dalla Pl 182 – primo firmatario Fausto Piga – si è visto veramente poco per i/le giovani sardi/e.

Una “non novità” estendendo lo spettro della ricerca anche alla precedente “Giunta Pigliaru” che, sul tema delle politiche giovanili (e non solo) ha rappresentanto un fiasco eufemisticamente parlando.

Roberto Deriu, foto Sardegnagol riproduzione riservata
Roberto Deriu, foto Sardegnagol riproduzione riservata

Via libera quindi alla ripresentazione di una commissione della quale all’interno del Consiglio regionale non può che “fregare di meno”: “Il 7 gennaio 2021- ha dichiarato Deriu – ho chiesto l’istituzione della Commissione Neet. Da allora sono passati oltre due anni, ma la Commissione non è stata ancora costituita e i problemi dei giovani sono aumentati”. Probabilmente non a causa della non costituzione della Commissione ma bensì da anni di latitanza del Legislatore regionale e dei suoi rappresentanti dell’Aula, PD compreso.

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Ma oggi, prosegue Deriu, “questa battaglia è da considerarsi cruciale, perché il nostro ruolo ci è stato affidato per creare migliori condizioni di vita in Sardegna, a vantaggio di tutti, anche dei giovani che, ricordiamolo sempre, rappresentano il vero futuro, ma troppo spesso vengono trattati come cittadini di serie b”.

A scuola di informazione, foto Sardegnagol riproduzione riservata/Irina Parra
Giovani, foto Sardegnagol riproduzione riservata/Irina Parra

Basta guardare al sopraindicato pregresso per togliersi ogni dubbio. D’altronde l’ultimo intervento “degno di nota” per le politiche giovanili in Sardegna risale al 1999 con la pessima legge 11 del 15 aprile. Da allora cosa è stato fatto per lo sviluppo di politiche per i giovani innovative? Ben poco, escludendo due proposte di legge mai arrivate in aula nelle precedenti legislature. Si sa, i giovani contano dalle parti di via Roma.

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Indirizzo dal quale il consigliere del PD ha continuato a proclamare l’utilità dell’ennesima commissione speciale in Consiglio regionale: “È necessario un profondo studio dei problemi riguardanti i nostri giovani, indispensabile per creare un quadro d’insieme sulle condizioni di vita dei giovani nell’isola, attraverso un percorso che indichi quali siano, allo stato attuale, le reali opportunità formative offerte e le barriere d’accesso al sistema educativo, oltreché gli iter di inserimento nel mondo del lavoro, al fine di rimuovere le gravi difficoltà che non consentono ai giovani di studiare e lavorare”.

Giovani, foto Sardegnagol, riproduzione riservata
Giovani, foto Sardegnagol, riproduzione riservata

Se si facessero intervenire sul tema i portatori di interesse e si legiferasse in materia si potrebbe già migliorare l’azione politica del Consiglio regionale per lo sviluppo di politiche giovanili innovative. Ancora, in termini di opportunità, se si sprecassero meno risorse pubbliche in ridicoli emendamenti puntuali – ricorrenti in ogni finanziaria regionale – magari qualche risorsa in più per l’inclusione dei giovani sardi si potrebbe tranquillamente mettere a disposizione per contrastare l’esclusione sociale della “migliore gioventù sarda”.

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Un risultato ben più auspicabile e di impatto, rispetto all’istituzione di una “elefantiaca” commissione che, come prevedibile, non potrà che essere composta da consiglieri regionali screvi di conoscenze approfondite sul tema delle politiche giovanili.

foto Sardegnagol, riproduzione riservata