Ucraina: continua il sempre meno popolare invio di armi al Governo di Kiev.

Nonostante il crescente malumore dell’opinione pubblica americana e dei chiari messaggi lanciati in più occasioni dal Congresso contro l’invio di altre armi all’Ucraina, l’Amministrazione (ricordiamolo) democratica di Joe Biden continua a non voler credere nella diplomazia, confermando l’erogazione di altri 100 milioni di dollari per la ridondante “assistenza alla sicurezza e difesa dell’Ucraina”.

Cifre, va rimarcato, ormai lontane dalle diverse miliardate copiosamente inviate al Governo di Kiev da USA e Ue negli ultimi 19 mesi, dimostrando, per ampi versi, che il sostegno allo sforzo bellico dell’Ucraina è sempre meno popolare nel mondo occidentale.

Andando oltre le questioni di opportunità e temporali, nel nuovo pacchetto non mancheranno missili antiaerei Stinger, HIMARS, quelli filoguidati TOW, colpi di artiglieria da 155 mm e 105 mm, sistemi Javelin e At-4 e più di 3 milioni di munizioni per armi leggere. Dotazione, indubbiamente, che non mancheranno di prolungare la sofferenza del popolo ucraino e, soprattutto, la “guerra per conto terzi” in corso dal lontano 2014 e ripresa, come risaputo, lo scorso febbraio 2022.

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Una guerra che ha registrato, dal mese di agosto 2021, l’invio di circa 44,2 miliardi di dollari in assistenza per la sicurezza all’Ucraina dall’inizio della guerra solo da parte degli Stati Uniti d’America, mentre la coalizione internazionale (che vede anche l’Ue) ha fornito circa 36 miliardi di dollar in armamenti, per un totale complessivo di oltre 80 miliardi di dollari di armi in due anni.

Buone notizie, quindi, per la lobby dei produttori di armi che, con l’ennesimo “sgombero” di vecchie armi per l’Ucraina, potranno nuovamente arricchire l’arsenale militare americano con nuovi “strumenti di difesa”.

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