Politiche giovanili: nonostante i principi costituzionali manca ancora una legge nazionale.

Come spiegare la paradossale assenza ai tanti giovani italiani, alla luce dei principi costituzionali, di una legge quadro nazionale specifica in materia di politiche giovanili? Come rendere tale messaggio coerente con il ‘revival programmatico’ sulle politiche per i giovani promosso – per effetto degli importanti interessi legati alle risorse della programmazione europea 21-27 – dalla dialettica politica negli ultimi mesi? Un’incongruenza facilmente riscontrabile dalla lettura dello stesso dettato costituzionale che, all’articolo 31 della Costituzione, ci ricorda che la Repubblica tutela i giovani “favorendo gli istituti necessari a tale scopo”, attribuendo, ai sensi dell’articolo 117, al Governo e alle Regioni e Province autonome il potere legislativo sulla materia delle politiche giovanili e riservando alla legge dello Stato la determinazione dei principi fondamentali.

Nonostante tali indicazioni, a livello nazionale, manca ancora una legge quadro sui giovani, a conferma del ‘ruolo strategico’ delle nuove generazioni nel nostro Paese. Ambito nel quale non è difficile riscontrare una certa ‘distrazione istituzionale’ anche nelle Regioni Italiane, dove soltanto 16 su 20 si sono dotate di una legislazione in materia di politiche giovanili nel rispetto dei vincoli posti dalla Costituzione. Ma non è tutto oro quel che luccica, vista la qualità legislativa e data l’esiguità delle risorse destinate per le politiche giovanili all’interno delle diverse leggi regionali, tali da certificare un notevole disinteresse della politica per l’inclusione dei giovani nelle comunità locali.

Giovani, foto Sardegnagol riproduzione riservata
giovani, foto Sardegnagol riproduzione riservata

Basta dare un’occhiata alla dotazione finanziaria prevista dalla legge Regionale della Regione Sardegna n. 11/1999 recante “Iniziative e coordinamento delle attività a favore dei giovani” che, con l’esigua dotazione di 10 milioni di lire – circa 5 mila euro attuali – certifica a livello istituzionale la noncuranza della politica verso i/le giovani sardi/e. Una conferma che arriva guardando anche alle altre Regioni italiane, dove, raramente, si è in presenza di stanziamenti importanti per l’inclusione dei giovani, come nel caso della legge della Regione Basilicata n. 11 del 2000, che destina un ridicolo investimento annuale per i giovani pari a 150 milioni di lire, ovvero 75 mila euro odierni. Scarsa attenzione che trova convalida nella Regione Campania dove per le politiche giovanili è stata legiferata la somma di un milione di euro per il triennio 2016-2018 con la legge 26/2016…numeri poco importanti per una qualsiasi programmazione di lungo periodo e di impatto per la qualità di vita per i giovani. Ancora, rimanendo nello stesso ambito, si possono trovare altri riscontri nella Regione Piemonte che, con la sua legge Regionale n. 6 del 1° marzo 2019 – 350mila euro di dotazione per le politiche giovanili – va ad ingrossare la saga delle leggi spot per i giovani. Stesso discorso nella Regione Puglia dove – con 210 mila euro annuali – la Legge regionale 14/2020 “Misure regionali in favore degli adolescenti” non fa certo meglio. Una triste striscia che prosegue anche nelle regioni Umbria – con la Legge regionale 1/2016, per una copertura finanziaria di 70mila euro – e Valle d’Aosta, dove la Legge regionale 12/2013 mette a disposizione dei giovani 100mila euro all’anno…numeri!

Giovani in Europa, quali politiche giovanili?
Giovani in Europa, quali politiche giovanili?

In altre Regioni d’Italia, Abruzzo, Calabria, Lombardia e Molise, le leggi quadro sulle politiche giovanili rappresentano, invece, un’oggetto misterioso non ancora pervenuto. I giovani possono aspettare!

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Considerazioni normative che non possono supportare alcun discorso programmatico per i giovani proferito, ormai stucchevolmente e senza cognizione di causa, dai ‘protagonisti’ della politica nazionale e dagli epigoni sparsi a livello regionale e comunale.

Investimenti risibili che confermano la non strategicità dei giovani nel nostro Paese e l’incongruenza delle politiche regionali verso l’adesione ai principi costituzionali richiamati precedentemente, e lontani dal poter garantire alcuna promozione della cittadinanza attiva dei giovani, nonché il pieno sviluppo della loro personalità a livello culturale, sociale ed economico.

Situazione che non va certo meglio analizzando, inifine, i dati sugli stanziamenti comunali destinati alle politiche giovanili. Numeri pietosi e inequivocabili in merito alla vacuità del messaggio politico verso l’inclusione dei giovani nella comunità locale.

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