La partecipazione attiva attraverso lo strumento del Dialogo Strutturato.

Sebbene la politica influenzi profondamente aspetti della nostra vita quotidiana, è fenomeno sempre più diffuso un totale e trasversale abbandono dell’interesse, soprattutto giovanile, alla partecipazione attiva nei processi decisionali che più ci colpiscono.

Questo problema diventa più evidente se si considerano i dati recenti sulla affluenza alle urne, per esempio, che vede il “partito” degli astenuti come quello maggioritario, e con un enorme margine rispetto ai normali partiti in corsa. 

Parte di questo problema è causato da una mancanza di informazioni su quelle che sono le possibilità sia per sviluppare un senso critico che permetta loro di analizzare e comprendere più a fondo il processo decisionale, sia per dare un contributo tangibile alla costituzione di politiche importanti o ritenute da loro particolarmente vicine alle loro esigenze. La scarsa reperibilità di queste informazioni crea quindi disillusione nella politica e nei suoi processi, oltre a cementare l’opinione diffusa che la vede come una entità lontana dalla esigenze della popolazione e avente un approccio poco partecipato da questi ultimi.

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Per questo motivo, la rete di associazioni internazionale TDM 2000 International sta portando avanti, grazie alla collaborazione con 9 associazioni operanti in 9 diversi Stati Europei, un progetto realizzato nell’ambito del programma Erasmus+ di Dialogo Strutturato, chiamato “TRAIN: Tracing Integration Policies through Structured Dialogue” e focalizzato sul tema della migrazione e sull’inclusione sociale di persone provenienti da contesti migratori.

Il Dialogo Strutturato nasce come strumento finalizzato a creare un ponte tra decisori politici e giovani, soprattutto provenienti da contesti migratori, in modo tale da coinvolgere questi ultimi nel processo di creazione di politiche che li interessano da vicino. Tuttavia, in quanto percorso partecipato, la sua buona riuscita è strettamente legata alla capacità degli attori che lo caratterizzano di coinvolgere entrambe le parti nella discussione, raccogliendo quindi le preziose testimonianze e feedback che verranno, di volta in volta, portati sul tavolo del dibattito.

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Per questo motivo, al momento, si sta lavorando alla creazione di un solido gruppo di lavoro locale, che riesca a coinvolgere decisori politici attivi sia sul territorio che operanti nel più ampio contesto europeo e giovani che sentono la necessità di lavorare per migliorare l’approccio che la politica ha sviluppato nell’affrontare tematiche spesso molto delicate e trattate con fin troppa leggerezza.

Questo processo troverà riscontro nella costituzione di laboratori ed attività mirate alla creazione di proposte su politiche che verranno discusse durante degli incontri periodici con i partner internazionali di progetto e, in seguito, presentati a politici ed europarlamentari nella sede del Parlamento Europeo a Bruxelles. L’analisi e la discussione di questi risultati seguirà dei passaggi ben precisi, scanditi da conferenze aventi luogo a livello europeo e che coinvolgeranno, di volta in volta, le presidenze del Consiglio Europeo, l’ente politico maggiormente coinvolto nella gestione di questo processo.

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Il legame tra le turnazioni di presidenza e il Dialogo Strutturato è infatti indissolubile, in quanto con questo tipo di progetti si punta non solo allo sviluppo di politiche, ma anche all’analisi dell’operato del corrente ciclo di presidenza, che attualmente vede come protagoniste le presidenze Rumena (che è terminata il 30 Giugno di quest’anno), quella Finlandese (appena insediata) e quella Croata.

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