Contro il razzismo arriva a Cagliari la Junior Tim Cup.

Nell’ambito dell’undicesima tappa della Junior TIM Cup | Keep Racism Out – il torneo giovanile di calcio a 7 promosso da Lega Serie A, TIM e Centro Sportivo Italiano, che quest’anno festeggia l’undicesima edizione – il Cagliari Calcio ha ospitato ieri, giovedì 4 aprile, l’iniziativa “Incontro col campione”. I rappresentanti del Club rossoblù hanno accolto all’Unipol Domus i ragazzi dell’Oratorio “San Pietro” di Assemini, che hanno potuto trascorrere una giornata indimenticabile a fianco di un grande protagonista della Serie A TIM.

A prendere parte all’incontro targato “Keep Racism Out”, la campagna volta a sensibilizzare i giovani e non solo sul fenomeno del razzismo e di ogni forma di discriminazione, è stato il calciatore Gianluca Lapadula, che ha raccontato ai ragazzi presenti la propria esperienza calcistica, sottolineando l’importanza del rispetto e della collaborazione nello sport come nella vita. I giovani atleti hanno quindi donato a Lapadula la maglia “1 di Noi”, simbolo della competizione JTC | KRO. Presenti all’appuntamento, a sottolineare la sinergia a cui si aspira tra sport di base e professionistico, anche i ragazzi del settore giovanile del Cagliari Calcio.

“Il calcio, e più in generale lo sport, deve essere uno strumento per aiutare l’inclusione e combattere ogni tipo di discriminazione. Il rispetto del prossimo, delle regole, per me sta alla base di tutto, di qualsiasi rapporto. È qualcosa che mi accompagna da sempre e che considero fondamentale per raggiungere i propri obiettivi”, ha detto l’attaccante rossoblù Gianluca Lapadula.

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Fratellanza, cooperazione ed integrazione sono proprio i valori di cui lo sport in generale e la Junior TIM Cup | Keep Racism Out in particolare vogliono farsi portavoce, guidando le giovani generazioni in un percorso che metta accoglienza e fairplay sempre al primo posto.

Tra coloro che hanno dialogato con i ragazzi dell’Oratorio “San Pietro” di Assemini e stimolato la riflessione sulle tematiche del razzismo e della discriminazione, Fabio Zarra, psicologo del Club, Oumar Daffe, dell’Ufficio Corporate Social Responsibility di Lega Serie A, e Sergio Arizio del CSI Cagliari. A fare gli onori di casa il direttore Business e Media del Cagliari Calcio, Stefano Melis.

Spazio poi alle domande e alle curiosità dei ragazzi per il bomber rossoblù. “Quando ho iniziato a giocare a calcio? Credo di essere nato con un pallone tra i piedi! Ho iniziato da piccolo, come voi frequentavo l’oratorio vicino a casa mia, a Torino, ci passavo ore e ore”, ha detto Lapadula. “Oggi posso dire che il calcio per me è vita, sin da piccolo sognavo di diventare un calciatore professionista, quello che sono diventato. Prima del calcio metto, però, due cose: la famiglia e la scuola. Una buona istruzione è la chiave per superare le difficoltà, gettare delle solide fondamenta per costruire il proprio futuro”.

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Oltre 180 reti realizzate sinora in carriera, legittima la domanda: cosa è per Lapadula il gol? “Tutti i gol per me sono stati importanti, a prescindere dalla categoria in cui li ho realizzati. Ogni volta provo le stesse emozioni, io vivo per il gol”. “Mi sento soddisfatto di tutto il mio percorso fatto sin qui: ho avuto la fortuna di prendermi delle belle soddisfazioni sia a livello individuale che di squadra, nel Club come in Nazionale. Raggiungere la Serie A è stato di certo molto importante a livello professionale ed emotivo. Quanto fatto la scorsa stagione con il Cagliari, per esempio, sarà qualcosa di indimenticabile”.

Le gioie, ma anche le difficoltà. Come si superano? “In tutti questi anni nella mia carriera ci sono stati ovviamente anche i momenti difficili, gli infortuni, le sofferenze”, ha raccontato l’attaccante. “Ho sempre fatto tesoro di tutto e ho utilizzato quei momenti per crescere, diventare più forte. Non mi sono mai demoralizzato. Ho sempre creduto di poter raggiungere i miei obiettivi, anche quando era ‘quasi’ impossibile. Ho sempre guardato avanti, con in testa il traguardo e la consapevolezza che ero pronto a fare di tutto per raggiungerlo. Ai ragazzi dico allora che qualsiasi cosa vogliate fare nella vita, inseguite quel sogno con tutto voi stessi, non mollate mai”.

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La Junior TIM Cup, dalla sua nascita nel 2013 fino al 2023, ha coinvolto oltre 90.000 giovani, più di 6.650 oratori e fatto disputare circa 35.000 partite. Negli ultimi due anni la Junior TIM Cup ha sposato la campagna di Lega Serie A “Keep Racism Out” e anche quest’anno coinvolgerà gli oratori del CSI su tutto il territorio nazionale in incontri di riflessione e attività educative, che vedranno i campioni dei Club della Serie A TIM, educatori ed esperti interagire con i giovani partecipanti under 14 del torneo.

Domenica 7 aprile, saranno i ragazzi dell’Oratorio “San Pietro” di Assemini e della Parrocchia “SS. Vergine degli Angeli” di Maracalagonis ad essere i protagonisti: prima di Cagliari-Atalanta scenderanno in campo e proveranno l’emozione di giocare la Junior TIM Cup all’Unipol Domus.

foto Cagliari Calcio