Pnrr: l’Italia presenta la richiesta di modifica.

L’Italia ha presentato alla Commissione europea una richiesta di modifica sugli obiettivi del suo piano per la ripresa e la resilienza.

Le modifiche proposte sono legate all’impossibilità, a causa di circostanze oggettive (siamo sicuri pensando agli interventi su stadi e Cinecittà?), tra cui l’inflazione e le interruzioni della catena di approvvigionamento causate dalla guerra di aggressione della Russia contro l’Ucraina, di attuare le misure in questione come originariamente previsto.

Tali modifiche riguardano alcune misure di accelerazione e prioritizzazione degli interventi di efficienza energetica nell’ambito del cosiddetto “Superbonus”, l’ampliamento e lo sviluppo delle strutture per l’infanzia, lo sviluppo dell’industria spaziale, del cinema (in particolare Cinecittà), la mobilità sostenibile, il potenziamento del settore ferroviario, il sostegno alle attività di ricerca e sviluppo nel settore industriale, il sostegno finanziario alle imprese guidate da donne e la promozione del terzo settore nelle regioni meridionali, anche a fini di istruzione e formazione.

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La Commissione valuterà ora se il piano modificato soddisfa ancora i criteri di valutazione del regolamento RRF. Se la valutazione della Commissione è positiva, presenterà una proposta di decisione di esecuzione del Consiglio modificata per riflettere le modifiche al piano italiano. Gli Stati membri avranno quindi fino a quattro settimane per approvare la valutazione della Commissione. L’approvazione delle modifiche proposte dall’Italia consentirebbe quindi all’Italia di presentare rapidamente la sua quarta richiesta di pagamento e continuare l’effettiva attuazione del suo piano per la ripresa e la resilienza.

Il Pnrr, come risaputo (sfortunatamente non da tutti i rappresentanti politici italiani) piano prevede 132 investimenti e 58 riforme. Saranno sostenuti da 68,9 miliardi di euro in sovvenzioni e 122,6 miliardi di euro in prestiti; Il 37,5% del piano sosterrà gli obiettivi climatici e il 25,1% del piano sosterrà la transizione digitale.     

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Un piano le cui misure secondo le previsioni dovrebbero portare ad un aumento del prodotto interno lordo del 2,5% entro il 2026. Una spinta economica (sempre secondo gli analisti), destinata a portare fino a 240.000 posti di lavoro.