Media indipendenti, Osce: “Pietra fondamentale per democrazia”.

Si parla spesso di necessità di sostenere i media indipendenti in quanto elemento vitale per il rafforzamento della democrazia e salvaguardare lo Stato di diritto e la libertà dei media. Purtroppo, però, la realtà pare essere diametralmente opposta, alla luce del sostegno finanziario offerto dalle principali istituzioni europee alla cosiddetta “stampa indipendente”.

Call inaccessibili e che richiedono la creazione di partenariati europei poco sostanziali, rappresentano infatti la principale “forma di sostegno” dell’Ue verso i media indipendenti, mentre i diversi regimi per il sostegno alla libertà di stampa nei vari Paesi “democratici” dell’Ue, continuano a foraggiare media “decotti” e sempre pià privi di senso critico e rispetto per l’opinione pubblica.

“Grazie al c***” verrebbe da dire! Mantenere i cittadini in una condizione di torpore delle coscienze è un piano discutibile che fa comodo a tutti i principali attori della “sfera pubblica”. Alla classe politica – sempre meno capace -, agli editori lobbisti e “giornalisti impiegati” e a un crescente pubblico di analfabeti funzionali, incapace di comprendere fatti e dinamiche.

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Non può quindi che fare sorridere l’ennesimo intervento della Rappresentante OSCE per la libertà dei media, Teresa Ribeiro che, in occasione della Giornata internazionale della democrazia, ha “sottolineato il carattere di reciproco rafforzamento della democrazia, dello Stato di diritto e della libertà dei media. “Fare avanzare e sostenere società democratiche, resilienti e inclusive richiede un impegno costante a favore della libertà dei media”.

“I media fungono da vigili cani da guardia, responsabilizzando chi detiene il potere attraverso indagini approfondite e rapporti su questioni di interesse pubblico. In questo modo, svolgono un ruolo fondamentale nel rafforzare i processi e le istituzioni democratiche”, afferma Ribeiro.

Peccato, invece, assistere costantemente a fenomeni giornalistici, editoriali e politici che mirano verso altre direzioni. Nel frattempo, però, la vera stampa indipendente può (forse) raccogliere le briciole nel contesto del sostegno alla stampa.

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“Un declino della libertà dei media mina sia le garanzie democratiche che la protezione dei diritti umani. Negli ultimi dieci anni abbiamo innegabilmente assistito a questa interconnessione, che ha contribuito all’emergere dei conflitti”. Chissà perchè verrebbe da dire. Eppure la realtà è sotto gli occhi di tutti. Per la stampa e la sua libertà tante belle parole, politiche tokeniste e call a sostegno del pluralismo decisamente inaccessibili. Non sorprende, infatti, la partecipazione di gruppi editoriali (che spesso fanno man bassa nelle calls Ue) e la loro competizione con i “piccoli pesci della stampa non mainstream”.

“L’accesso a informazioni affidabili, diversificate e di interesse pubblico è essenziale in ogni momento”. Un concetto che dovrebbe essere anche sostanziale singnora Ribeiro…

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Senza contare le derive liberticide adottate dalla stessa Commissione Ue nel corso del conflitto tra Russia e Ucraina, con il bando dei due canali (dis)informativi Sputnik e Russia Today. Fermo restando la questione di attendibilità dei due media russi in Ue, perché bandirli e limitare la possibilità dei cittadini Ue di farsi una opinione diretta? Perché si vuole tutelare la libertà di stampa se poi la si limita (in termini di sostenibiltà economica) o addirittura la si mette a bando?

Foto di Hands off my tags! Michael Gaida da Pixabay.com