Giornata mondiale della libertà di stampa, Borrell: “Il 73% delle giornaliste ha subito minacce”.

“Ogni individuo ha diritto alla libertà di opinione e di espressione; questo diritto include la libertà di avere opinioni senza interferenze e di cercare, ricevere e diffondere informazioni e idee attraverso qualsiasi mezzo e senza riguardo a frontiere”.

Lo ha dichiarato oggi l’Alto rappresentante dell’UE, Josep Borrell, richiamando la Dichiarazione universale dei diritti umani che, tra i vari punti, tutela la libertà di espressione. Priorità – salvo la conferma degli interventi a sostegno della stampa mainstream – fondamentale per l’azione dell’UE in materia di diritti umani.

“Se la conservazione di media liberi, indipendenti e pluralistici – decisamente non grazie al sostegno finanziario dell’UE – è fondamentale per democrazie sane e resistenti, la libertà di stampa è oggi a rischio nella maggior parte del mondo. Giornalisti, operatori dei media e tutti coloro che forniscono informazioni indipendenti e di qualità al pubblico, che fanno luce sulle gravi violazioni dei diritti umani e sulle atrocità e che chiedono conto a chi detiene il potere, si trovano sempre più spesso ad affrontare discredito, minacce e attacchi, anche attraverso la disinformazione”.

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Disinformazione e misinformazione, purtroppo, che parte spesso dalle stesse istituzioni e rispettivi rappresentanti.

Non potendo puntare sul versante della responsabilità delle istituzioni verso i cittadini, l’Alto rappresentante ha poi ricordato l’importante lavoro degli operatori dell’informazione: “I reporter dell’Ucraina attaccata, i giornalisti della Bielorussia e dell’Afghanistan, i media indipendenti del Medio Oriente e del Nord Africa, i giornalisti locali dell’America centrale, i premi Nobel delle Filippine e della Russia e molti altri operatori dei media in tutto il mondo, anche in Europa, continuano a pagare un prezzo elevato per l’esercizio della loro professione”.

Minacce che colpiscono specialmente le colleghe giornaliste, secondo le ultime statistiche: “Sono esposte alla stigmatizzazione, all’odio sessista, al trolling, alla violenza sessuale e di genere e persino all’omicidio. Il 73% delle giornaliste ha subito minacce, abusi e molestie online nel corso del proprio lavoro. Non abbiamo mai visto così tante giornaliste detenute come oggi”, ha aggiunto Borrell.

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“Stiamo rafforzando la capacità critica di contrastare la manipolazione e l’interferenza dell’informazione straniera e di aiutare i cittadini europei a rafforzare la loro resistenza alla disinformazione, alla manipolazione e alla propaganda, con iniziative quali la piattaforma EUvsDisinfo e l’Osservatorio europeo dei media digitali”. Peccato non aver stigmatizzato, nell’occasione del discorso dell’Alto rappresentnate, il reiterato percorso mediatico costruito negli ultimi 14 mesi e mirato alla disumanizzazione dell’avversario, così da manipolare l’opinine pubblica e renderla meno critica circa l’azione stessa dell’UE e dei suoi partner: primo fra tutti gli Stati Uniti d’America, da sempre “casti e puri” per la stampa mainstreaming europea.

foto Philippe Buissin Copyright: © European Union 2022 – Source : EP

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