Centrali eoliche, GrIG: “Tentativi di accaparramento dei mari dell’Isola”.

L’associazione ecologista Gruppo d’Intervento Giuridico (GrIG) ha presentato ieri un atto di opposizione al rilascio della concessione demaniale marittima per la realizzazione di una centrale eolica offshore flottanti richiesta dalla società milanese Nurax Wind Power s.r.l. nel mare della Gallura settentrionale, davanti ai litorali dell’Arcipelago della Maddalena, di Arzachena, di Olbia.

La Nurax Wind Power s.r.l., ricordano dal GrIG, avrebbe chiesto una concessione demaniale marittima di durata trentennale della superficie complessiva di m² 2.579.910,00 per la realizzazione e l’esercizio di un impianto eolico offshore composto da n. 33 aerogeneratori con una potenza elettrica di 14 MW ciascuno, per un totale di 462 MW, muniti di fondazioni galleggianti, e relativo percorso di cavidotti sottomarini per il collegamento del parco eolico offshore al punto di approdo a terra.

Si tratta della decima analoga istanza per i mari sardi. Dieci tentativi di accaparramento di migliaia e migliaia di ettari di mare della Sardegna, sui quali il GrIG è intervenuto chiedendo il diniego della concessione demaniale in assenza di pianificazione e di procedure di valutazione ambientale strategica (V.A.S.) e di valutazione di impatto ambientale (V.I.A.).

Complessivamente* sono stati predisposti e depositati presso gli uffici della Capitaneria di Porto di Cagliari ben sei progetti di centrali eoliche offshore nei mari della Sardegna meridionale, con 174 aerogeneratori in tutto previsti. Altri tre progetti sono stati depositati presso gli uffici della Capitaneria di Porto di Olbia, con 308 aerogeneratori complessivamente previsti. Un altro progetto è stato depositato presso la Capitaneria di Porto di Porto Torres, con 32 aerogeneratori previsti.

Entro il 13 agosto 2022 le varie Amministrazioni pubbliche statali, regionali e locali convocate potranno far pervenire i loro pareri e osservazioni. Finora gli unici atti di opposizione pervenuti sono di Italia Nostra e del Gruppo d’Intervento Giuridico (26 marzo 2022), che ha coinvolto anche il Ministero della Transizione Ecologica, la Regione autonoma della Sardegna, i Comuni rivieraschi (Carloforte, Portoscuso, S. Antioco).

Dagli accertamenti svolti dalla Capitaneria di Porto sono emerse varie rilevanti criticità in capo alle richieste inerenti i progetti di centrali eoliche offshore nei mari della Sardegna.

Finora gli unici atti di opposizione pervenuti sono del Comune di Domus de Maria e dell’associazione ecologista Gruppo d’Intervento Giuridico (3 marzo 2022), che ha coinvolto anche il Ministero della Transizione Ecologica, la Regione autonoma della Sardegna, i Comuni rivieraschi (Cagliari, Quartu S. Elena, Maracalagonis, Sinnai, Villasimius, Capoterra, Sarroch, Pula, Domus de Maria, Teulada).

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Per legge, i progetti di centrali eoliche off shore in argomento dovranno essere assoggettati a una procedura di valutazione ambientale strategica (V.A.S.) e ai rispettivi e vincolanti procedimenti di valutazione di impatto ambientale (V.I.A.), con considerazione degli impatti cumulativi (artt. 21 e ss. del decreto legislativo n. 152/2006 e s.m.i.). Tuttora – confermano dal GrIG – nessuna procedura di V.A.S., nessun procedimento di V.I.A. è stato neppure avviato.

“Oltre il sensibile impatto ambientale e agli impatti sulle attività turistiche e sulla navigazione commerciale, assolutamente tuttora non valutati, sarebbe oltremodo assurdo vincolare una così ampia estensione di aree demaniali, di mare territoriale e d’interesse nazionale per così lunghi termini temporali (30 e 40 anni) in assenza di qualsiasi autorizzazione per la realizzazione e la gestione della progettata centrale eolica off shore, in violazione dell’obbligo di congrua motivazione vigente per qualsiasi atto amministrativo (art. 3 della legge n. 241/1990 e s.m.i.). Questo assalto al mare sotto il profilo energetico – prosegue la nota – contribuisce a delineare fortemente quello scenario di servitù energetica che pare destinarsi alla Sardegna ed è, purtroppo, conseguenza della scarsa e ben poco adeguata pianificazione delle reali esigenze energetiche, della deficitaria promozione del risparmio di energia, della inadeguata diversificazioni delle fonti di produzione, della mancanza di sistemi di accumulo energetico e, soprattutto, di una efficace individuazione delle aree di rilievo naturalistico, ambientale, paesaggistico sottratte a qualsiasi tipologia di produzione di energia”.

“La stessa Capitaneria di Porto di Cagliari ha chiaramente evidenziato “la necessità di una pianificazione preliminare delle aree da destinare all’ubicazione degli impianti eolici”. Invece è un vero e proprio Far West nel Mediterraneo, dove ogni società energetica sembra poter fare quello che vuole”.

Una situazione di fatto che inquadra le dimensioni del fenomeno nell’Isola: “Per chi volesse capire le reali dimensioni della speculazione energetica attualmente in corso, basti pensare che complessivamente i dieci progetti per centrali eoliche offshore finora presentati dichiarano una potenza pari a circa 7 mila MW. Questa la “fotografia” attuale del sistema di produzione energetica sardo: energia richiesta in Sardegna: GWh 9.171,5 energia prodotta in più rispetto alla richiesta: GWh +3.491,5 (dati TERNA 2019), oltre il 38% dell’energia oggi prodotta “non serve” all’Isola e viene esportato verso la Penisola grazie alle connessioni oggi esistenti ovvero viene disperso in quanto non utilizzato (i sistemi di accumulo e conservazione sono ancora in fase di studio o sperimentale). Con la realizzazione del Thyrrenian Link, il nuovo doppio cavo sottomarino di Terna s.p.a. con portata 1000 MW, 950 chilometri di lunghezza complessiva, da Torre Tuscia Magazzeno (Battipaglia – Eboli) a Termini Imerese, alla costa meridionale sarda.   Dovrebbe esser pronto nel 2027-2028, insieme al SA.CO.I. 3, l’ammodernamento e potenziamento del collegamento fra Sardegna, Corsica e Penisola con portata 400 MW, che rientra fra i progetti d’interesse europeo. Al termine dei lavori, considerando l’altro collegamento già esistente, il SA.PE.I. con portata 1000 MW, la Sardegna avrà collegamenti con una portata complessiva di 2.400 MW.  Non di più. In Sardegna, al 20 maggio 2021, risultavano presentate ben 21 istanze di pronuncia di compatibilità ambientale di competenza nazionale o regionale per altrettante centrali eoliche, per una potenza complessiva superiore a 1.600 MW, corrispondente a un assurdo incremento del 150% del già ingente comparto eolico isolano. Le istanze di connessione di nuovi impianti presentate a Terna s.p.a. (gestore della rete elettrica nazionale) al 31 agosto 2021 risultavano complessivamente pari a 5.464 MW di energia eolica + altri 10.098 MW di energia solare fotovoltaica, cioè 15.561 MW di nuova potenza da fonte rinnovabile, a cui devono sommarsi  i dieci progetti per centrali eoliche offshore finora presentati dichiarano una potenza pari a circa 7 mila MW. In tutto sono più di 22.500 MW, cioè più di undici volte i 1.926 MW esistenti (1.054 MW di energia eolica + 872 di energia solare fotovoltaica, dati Terna, 2021). Significa energia che non potrà essere tutta utilizzata in Sardegna, non potrà esser trasferita verso la Penisola, non potrà essere conservata.   Significa energia che dovrà esser pagata dal gestore unico della Rete (cioè lo Stato, cioè la Collettività di tutti noi) per essere in buona parte sprecata. Gli unici che guadagneranno in ogni caso saranno le società energetiche. Una vergognosa speculazione energetica con un bel po’ di soldi pubblici e incentivi, tanto per cambiare. E il Ministro della Transizione Ecologica Roberto Cingolani tace, mentre il Presidente della Regione autonoma della Sardegna Christian Solinas non ha nulla da dire”, conclude la nota del GrIG.

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Repower Renewables.p.a., dell’elvetico Gruppo Repower, un progetto di centrale eolica offshore al largo di Capo Teulada, con 33 aerogeneratori; Nora Ventu s.r.l., società milanese frutto dell’accordo tra Falck Renewabless.p.a. e BlueFloat Energy, due progetti di centrali eoliche galleggianti offshore con 93 aerogeneratori per una capacità complessiva di 1,4 GW a 18 miglia marine a sud est di Cagliari (Nora 2, 40 aerogeneratori) e a 6 miglia marine a sud di Capo Teulada (Nora 1, 53 aerogeneratori).  Fan balenare ben 4 mila posti di lavoro in fase di realizzazione e 300 in fase di gestione; Ichnusa Wind Power s.r.l., con sede a Milano, 42 aerogeneratori galleggianti alti 265 metri a circa 35 chilometri dalla costa sulcitana, per una potenza complessiva di 504 MW. L’istanza di concessione demaniale marittima è stata sospesa (aprile 2021) dopo un atto di opposizione presentato dal Gruppo d’Intervento Giuridico (GrIG) e da alcuni Comuni rivieraschi (Carloforte, Portoscuso, Buggerru), mentre è stata svolta la fase di definizione dei contenuti dello studio di impatto ambientale (scoping) finalizzata alla successiva procedura di valutazione di impatto ambientale (V.I.A.); Seawind Italia s.r.l., con sede a Portoscuso, 48 aerogeneratori in progetto, istanze di concessioni demaniali marittime per due centrali eoliche offshore, la Del Toro 2 a 21 miglia marine a sud ovest dell’Isola di S. Pietro e la Del Toro 1 a 6 miglia marine al largo dell’Isola di S. Antioco; Tibula Energia s.r.l., con sede a Milano, 65 aerogeneratori (975 MW complessivi) in progetto per conto di Falck Renewabless.p.a. e la BlueFloat Energy, nel mare della Gallura. Sfidando realtà e intelligenze altrui, parla di “generazione di migliaia di posti di lavoro stabili nel medio-lungo termine: fino a 3.200 unità per le fasi di fabbricazione, assemblaggio e costruzione; oltre 180 per la manutenzione degli impianti dopo l’entrata in esercizio del parco”, dimenticando ambiente, diportismo nautico, turismo, pesca, buon senso; Zefiro Vento s.r.l., con sede a Milano, 210 aerogeneratori in progetto nel mare della Gallura settentrionale per 3150 MW di potenza; Acciona Energia Global Italia s.r.l., con sede a Roma e capitale spagnolo, 32 aerogeneratori nel mare occidentale della Sardegna, 480 MW di potenza; Nurax Wind Power s.r.l., con sede a Milano, 33 aerogeneratori in progetto nel mare della Gallura settentrionale, 462 MW di potenza.

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