Lavoro, Istat: +545.000 occupati nel 2022, occupazione giovanile +2,8 rispetto al 2021.

Dopo la forte riduzione del 2020 e la crescita contenuta nel 2021, il numero di occupati aumenta di oltre mezzo milione di unita’ (+545 mila, +2,4%), nel 2022, tornando ai livelli del 2019. A dirlo l’ultima rilevazione dell’Istat per la quale nel primo semestre dell’anno il lavoro in Italia ha registrato la crescita piu’ marcata (+791 mila, +3,6%), seguita, a ritmi più sostenuti, dalla crescita nel secondo semestre (+300 mila, +1,3%).

Il tasso di occupazione di 15-64 anni sale al 60,1% (+1,9), superando di 1,1 punti il livello del 2019. In diminuzione, inoltre, il numero di persone in cerca di occupazione (-339 mila, -14,3%), nonostante sia in leggero aumento quello di chi cerca lavoro da almeno un anno.

Il tasso di disoccupazione scende all’8,1% (-1,4 punti rispetto al 2021) e risulta inferiore di 1,8 punti a quello del 2019 e, nella ricerca di lavoro continua a prevalere l’uso del canale informale: rivolgersi a parenti, amici e conoscenti rimane la pratica piu’ diffusa.

Nel 2022 il numero di inattivi di 15-64 anni diminuisce per il secondo anno consecutivo (-484 mila, -3,6% in un anno, per effetto del calo delle forze di lavoro potenziali (-596 mila, -19,4%), la componente piu’ vicina al mercato del lavoro. Diminuisce, secondo l’Istituto di Statistica, il numero di scoraggiati (-86 mila, -7,6%), cosi’ come quello di chi aspetta gli esiti di passate azioni di ricerca (-71 mila, -10,4%) e, soprattutto, di chi e’ in attesa di tornare al proprio lavoro (-239 mila, -48,9%).

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A livello territoriale, il tasso di occupazione aumenta maggiormente nel Centro (+2,3 punti) rispetto al Nord (+1,7 punti) e al Mezzogiorno (+1,8 punti), mentre quello di disoccupazione diminuisce in maggior misura nelle regioni meridionali (-2,1 punti) in confronto al Centro e al Nord (-1,7 e -0,9 punti, rispettivamente); il calo del tasso di inattività e’ invece simile per territorio. In tutte le ripartizioni il tasso di occupazione ha superato i valori del 2019: di +0,2 punti nel Nord, +1,2 punti nel Centro e +1,8 punti nel Mezzogiorno, diminuendo gli elevati divari territoriali che rimangono comunque molto consistenti. Il tasso di occupazione nel Nord (68,1%) è di 21,5 punti superiore a quello del Mezzogiorno (46,7%) e il tasso di disoccupazione nelle regioni meridionali (14,3%) e’ quasi tre volte quello del Nord (5,1%).

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Tra i giovani 15-34enni è più marcato sia l’aumento del tasso di occupazione (+2,8 punti rispetto al 2021), sia la diminuzione di quello di disoccupazione (-3,4 punti). Il primo aumenta, con minore intensità, anche per i 35-49enni (+1,8 punti) e per i 50-64enni (+1,5 punti), che registrano anche il calo di quello di disoccupazione (-0,9 e -0,7 punti, rispettivamente).

Rispetto al 2019 i giovani, che hanno risentito di più sia della dinamica negativa del 2020 che del ciclo economico positivo degli ultimi due anni, presentano un aumento più sostenuto del tasso di occupazione (+2,0 punti rispetto a +1,4 punti i 35-49enni e +0,7 punti i 50-64enni) e un calo più intenso di quello di disoccupazione (rispettivamente -3,8 punti, -1,6 punti e -0,6 punti).

Riguardo ai livelli di istruzione, tra i diplomati sia la crescita del tasso di occupazione (+2,1 punti rispetto a +1,6 punti di chi ha conseguito un titolo piu’ basso e +1,4 punti dei laureati) sia la riduzione del tasso di inattività 15-64 anni (-1,1 punti rispetto a -0,8 e -0,6 punti) sono piu’ marcate rispetto agli altri livelli di istruzione; la riduzione del tasso di disoccupazione diminuisce, invece, all’aumentare del livello di istruzione (-1,7 punti per i titoli bassi, -1,4 punti per i diplomati e -1,0 punti per i laureati). Rispetto al 2019, si ampliano i divari per livello di istruzione: il recupero del tasso di occupazione è maggiore tra i laureati (+1,6 punti) rispetto ai diplomati (+0,9 punti) e a chi ha conseguito al massimo la licenza media (+0,5 punti). Il tasso di occupazione tra i laureati (80,6%) e’ superiore di circa 15 punti a quello dei diplomati (65,8%) ed e’ quasi doppio rispetto a quello di chi possiede fino alla licenza media (44,6%). Il tasso di disoccupazione sale dal 4,1% tra i laureati, al 7,8% tra i diplomati fino a raggiungere l’11,6% per quanti hanno conseguito un titolo piu’ basso.

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