Lavoro, 70% giovani vuole futuro autonomo per la Confcommercio.

I giovani vogliono maggiore indipendenza e mobilità in ambito lavorativo. E’ quanto emerge dall’ultima rilevazione dell’Osservatorio dei Giovani Imprenditori di Confcommercio sulle Nuove Generazioni, secondo la quale per sette intervistati su dieci l’attività ideale non è più legata al lavoro dipendente ma alla libera professione o all’imprenditoria. 

Lo dice il 70% degli intervistati, sintomo del fatto che nelle nuove generazioni sta crescendo sempre più l’idea di un lavoro gestito in autonomia. Non a caso, l’idea del “full smart working” si conferma poco allettante per quasi la totalità dei partecipanti al sondaggio (600 tra imprenditori, studenti e lavoratori di età compresa tra i 18 e 35 anni) e tanto più che quasi un giovane su due (43%) crede che in futuro il lavoratore avrà sempre più libertà di decidere quando, dove e come lavorare per favorire un equilibrio tra lavoro e vita privata.

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Nella stessa direzione va il fatto che più di un intervistato su quattro (28%) ritiene che la settimana corta (quattro giorni di lavoro e tre di pausa), già presente in molti Paesi, prenderà sempre più piede. E che quasi sei giovani su dieci ritengono che si cambierà spesso lavoro e si rimarrà nella stessa azienda solo per pochi anni. In forte accelerazione anche la trasformazione delle modalità e degli spazi di lavoro: il futuro del lavoro è ibrido per il 70% degli intervistati.

Dall’indagine emerge inoltre che i settori che cambieranno di più saranno il commercio, i servizi alle persone e i servizi alle imprese, mentre quelli che subiranno meno variazioni resteranno la ristorazione, l’agricoltura e i trasporti. Tre i settori che vedranno un’esplosione di nuove professioni nei prossimi dieci anni: quello informatico/tecnologico, quello del marketing e della pubblicità e i “green jobs” (i lavori legati alla sostenibilità).

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Le aspettative nei confronti del lavoro del futuro vanno, insomma, in direzione di una maggiore flessibilità e di una accresciuta centralità dei bisogni e dei ritmi della persona. L’innovazione tecnologica, da parte sua, aiuterà il mondo del lavoro ad essere sempre più smart senza escludere per il singolo la necessità di lavorare vicino al proprio team per poter costruire, oltre a una carriera, un ambiente di lavoro positivo e di condivisione in un’ottica di crescita aziendale.

La vera domanda da porsi, però, sta nella sostenibilità di un tale sistema. Quanto sarà possibile allineare tali aspirazioni all’attuale paradigma lavorativo italiano?

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