La crisi migratoria al confine greco.

Tra il 2015 e il 2016 l’UE e la Turchia hanno sottoscritto un piano d’azione comune e due dichiarazioni congiunte allo scopo di porre fine ai flussi migratori irregolari verso l’UE, con l’impegno di quest’ultima a versare 6 miliardi di euro alla Turchia attraverso l’apposito strumento per i rifugiati.

Nella loro interrogazione, gli eurodeputati Rosa D’Amato, Eleonora Evi, Ignazio Corrao, Piernicola Pedicini e Laura Ferrara, hanno dichiarato che “in palese violazione degli impegni assunti, la Turchia ha aperto i confini ai migranti intenzionati a raggiungere l’Europa attraverso la Grecia, che a sua volta ha sospeso l’esame delle domande di asilo di tali migranti”.

Una politica scellerata che, per i proponenti del provvedimento, “non fa che esacerbare l’emergenza umanitaria, soprattutto nelle isole greche, dove i migranti vivono in condizioni igienico-sanitarie disperate”.

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Dato che ai sensi dell’art 80 del TFUE (Trattato sul Funzionamento dell’Unione Europea) le politiche migratorie dell’Unione sono governate dal principio di solidarietà ed equa ripartizione della responsabilità tra gli Stati membri, i 5 eurodeputati hanno chiesto alla Commissione se intende predisporre corridori umanitari e quote di ricollocamento tra gli Stati membri per i migranti che tentano di entrare in Grecia dalla Turchia e se vista la violazione degli impegni assunti da parte della Turchia, saranno intraprese azioni concrete nei confronti dello Stato turco, come il blocco dei pagamenti. D’altronde l’Europa deve smettere di alimentare questo perenne ricatto da parte della Turchia, Paese sempre più lontano dall’adesione all’UE.

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Oggi è arrivata la risposta della Commissaria Ylva Johansson: “La Commissione presenterà a breve il nuovo patto sulla migrazione e l’asilo, inteso a fornire una risposta completa al complesso fenomeno della migrazione. Il nuovo patto garantirà inoltre che la solidarietà, nelle sue molteplici forme, non sia più facoltativa ma obbligatoria e soprattutto efficace per far fronte alle tante pressioni che diversi Stati membri devono affrontare nella gestione della migrazione”.

“Nell’ambito del meccanismo di ricollocazione volontario messo in atto dalla Commissione e dalle autorità greche nel marzo 2020 – ha proseguito la Commissaria -, undici Stati membri e la Svizzera si sono impegnati a ricollocare circa 1 600 persone. Le prime operazioni di ricollocazione, che riguardano 12 minori non accompagnati in Lussemburgo e altri 47 in Germania, si sono già svolte e le prossime sono previste nei prossimi mesi. Il nuovo patto promuoverà inoltre percorsi legali di protezione nell’UE. Il meccanismo 1:1 della dichiarazione UE-Turchia ha già aiutato quasi 27 000 rifugiati siriani in Turchia tramite il reinserimento.

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L’UE continua a fornire assistenza nell’ambito dello strumento per i rifugiati in Turchia e ha stanziato l’intero bilancio operativo di 6 miliardi di EUR in due tranche. I fondi dello strumento per i rifugiati in Turchia sono destinati a sostenere i rifugiati e le comunità di accoglienza”.

foto Laurie Dieffembacq © European Union 2020 – Source : EP

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