Il fenomeno degli Hikikomori in UE, Kyriakides: “Depressione tra giovani più che raddoppiata”.

Recentemente in Italia è stato condotto il primo studio quantitativo nazionale sul fenomeno dei cosiddetti Hikikomori. Un termine giapponese per indicare quei ragazzi che smettono di uscire di casa, frequentare la scuola e gli amici, mantenendo relazioni solo attraverso il web.

La ricerca, condotta dal CNR IFC Istituto di Fisiologia Clinica, in collaborazione con l’Associazione Gruppo Abele Onlus di Torino, ha acceso i riflettori su un fenomeno in forte aumento anche in Europa caratterizzato dal cosiddetto “isolamento significativo” volontario che colpisce migliaia di giovani.

“La pandemia con i relativi periodi di lockdown ha esacerbato problematiche sociali portando molti giovani da un isolamento dovuto alle restrizioni di sicurezza a uno volontario”, ha dichiarato l’eurodeputata del Partito Popolare Europeo, Isabella Adinolfi, intervenuta per chiedere alla Commissione di riferire circa la strategia europea per la prevenzione e il reinserimento sociale dei giovani “Hikikomori” europei.

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Un fenomeno sempre più importante per dimensioni, come rimarcato dalla commissaria europea Stella Kyriakides: “L’edizione 2022 della relazione “Uno sguardo alla sanità” ha mostrato che in molti Stati membri il numero di giovani che segnalano sintomi di depressione è più che raddoppiato durante la pandemia e circa il 50% dei giovani ha riferito di avere esigenze di assistenza insoddisfatte per quanto riguarda la salute mentale. Analogamente, la relazione dell’UNICEF sulla condizione dell’infanzia nel mondo” nel 2022 ha avvertito che i bambini e i giovani potrebbero effettivamente risentire ancora per molti anni degli effetti negativi della pandemia sulla loro salute mentale. Il ruolo della pandemia che ha portato alla rottura dei legami con familiari, amici o compagni di scuola è stato il tema principale della riunione ad alto livello della presidenza svedese dell’aprile 2023 sulla solitudine e la salute mentale”.

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Ma, nonostante la gravità del fenomeno, la Commissione non prevede di avviare uno studio sul fenomeno degli hikikomori, come confermato dall’esponente della Commissione von der Leyen, per la quale si sta però “lavorando a un approccio globale e orientato alla prevenzione in materia di salute mentale, che promuova un migliore coordinamento tra le politiche e affronti anche i determinanti socioeconomici e ambientali che incidono sulla salute mentale”.

Insomma, per i giovani i problemi devono sempre risolversi da soli!

Foto di Marco Wolff da Pixabay