Hijab e libertà delle donne: 340mila euro dalla Commissione europea.

Il 2 novembre 2021 una campagna del Consiglio d’Europa ha promosso l’hijab affermando che “la bellezza è nella diversità come la libertà è nell’hijab”, non esitando ad associare il velo islamico, il simbolo ultimo della sottomissione delle donne, alla libertà. E’ quanto ricordato in una interrogazione parlamentare dall’eurodeputato del gruppo ID Jérôme Rivière, critico nei confronti della decisione della Commissione europea di finanziare con un importo di 340mila euro tale campagna di comunicazione.

“Il velo islamico – si domanda l’esponente di ID – può essere realmente considerato dalla Commissione europea un simbolo di libertà delle donne?”.

Per Helena Dalli, commissaria europea per l’uguaglianza, la campagna farebbe parte di un progetto guidato dal Consiglio d’Europa e cofinanziato dall’UE per promuovere la non discriminazione e contrastare i discorsi d’odio contro i gruppi minoritari, come le comunità ebraiche e musulmane: “Come previsto dal sistema di gestione delle sovvenzioni della Commissione, le azioni di implementazione del progetto progetto sono intraprese dal beneficiario della sovvenzione – chiosa l’esponente della Commissione von der Leyen -. Il Consiglio d’Europa ha ritrattato sul messaggio della campagna, mentre la Commissione non ha convalidato il materiale prodotto dalla campagna. La Commissione controlla i progetti per garantire che siano attuati in conformità con l’accordo di sovvenzione e la descrizione dei lavori e in caso di attuazione non corretta o in casi di frode, irregolarità, errori sostanziali o gravi violazioni degli obblighi contrattuali, compresa la violazione dei valori dell’UE, la sovvenzione può essere sospesa, terminata o ridotta e i fondi possono essere recuperati”.

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“In linea con la Strategia dell’UE per l’uguaglianza di genere 2020-2025 – conclude la Dalli -, la Commissione si adopera per realizzare un’Unione di uguaglianza, in cui donne e uomini, ragazze e ragazzi, in tutta la loro diversità, siano liberi di perseguire il percorso di vita che hanno scelto”.

Sull’opportunità dei finanziamenti della Commissione UE anche l’intervento del collega di ID Nicolas Bay, intervenuto per stigmatizzare le sovvenzioni concesse all’organizzazione islamista FEMYSO: “Il Forum for European Muslim Youth and Student Organizations (FEMYSO) – spiega Bay – riunisce 32 organizzazioni islamiche, tra cui la Comunità islamica Millî Görüş – Youth and Students. Secondo l’intelligence tedesca, il movimento Millî Görüş diffonde opinioni antisemite e i suoi obiettivi sono contrari ai principi fondamentali dell’ordine di base democratico liberale. Il governo francese ritiene inoltre che l’organizzazione sia in contraddizione con i valori della Repubblica. Florence Bergeaud Blackler, antropologa del Centro nazionale francese per la ricerca scientifica (CNRS) e specialista in movimenti islamisti – prosegue l’eurodeputato -, afferma che FEMYSO è la filiale giovanile di un’organizzazione nota per essere vicina ai Fratelli musulmani chiamata Federazione delle organizzazioni islamiche in Europa ( FIOE), che rappresenta il fondamentalismo islamico in Europa. La stessa conclusione è data in una lettera di preoccupazione firmata da membri del governo francese. Tuttavia, la Commissione finanzia e sostiene questa organizzazione e il 17 novembre 2021, Helena Dalli, commissaria europea per l’uguaglianza, ha incontrato formalmente i rappresentanti della FEMYSO, aiutando così l’islamismo a infiltrarsi nelle istituzioni europee”.

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Sul tema ha risposto il Commissario Reynders per il quale la Commissione segue semplicemente i meccanismi previsti dal regolamento per l’assegnazione dei fondi: “Il modello di convenzione di sovvenzione utilizzato dalla Commissione per la concessione dei fondi prevede che i beneficiari debbano rispettare i valori dell’UE, quali il rispetto della dignità umana, della libertà, della democrazia, dell’uguaglianza, dello stato di diritto e dei diritti umani, compresi i diritti delle minoranze.
Durante il loro svolgimento, i progetti finanziati dall’UE vengono monitorati attentamente per garantire che vengano
che siano attuati in conformità con la convenzione di sovvenzione e la descrizione dei lavori. In caso di attuazione non corretta o in caso di frodi, irregolarità, errori sostanziali o gravi violazioni degli obblighi contrattuali, compresa la
violazione degli obblighi contrattuali, dei valori dell’UE, la sovvenzione può essere sospesa, terminata o ridotta. Il monitoraggio della Commissione non ha rilevato alcuna violazione di questo tipo nel caso del Forum for European Muslim Youth and Student (FEMYSO). Nel caso in cui si sospetti un uso irregolare dei fondi UE – conclude Reybnders – è necessario fare una segnalazione all’Ufficio europeo per la lotta antifrode (OLAF), l’unico a decidere se avviare un’indagine o meno”.

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