Giovani e pensiero critico, Piantedosi: “Costruire attraverso lo studio e la cultura”.

Partire dallo studio e dalla cultura per alimentare “la propria libertà”. Lo ha ricordato ai giovani il ministro dell’Interno, Matteo Piantedosi, nel corso dell’XI edizione del Premio Narrativa Giovane. Un consiglio assolutamente condivisibile ma decisamente dissonante con i tanti esempi negativi nella società – compresa la politica e un ormai condiviso modus operandi dei nostri esponenti politici – sui quali i/le giovani devono quotidianamente fare i conti, lungo il percorso della propria formazione personale.

Nonostante le ovvietà, un discorso che rimarca l’importanza dello sviluppo del pensiero critico tra i giovani: “Fare cultura e studiare, significa alimentare la propria libertà. Non rinunciate – ha detto il ministro ai/alle giovani in sala – a costruire la vostra personalità attraverso lo studio e, appunto, la cultura. Essere giovani troppo spesso viene identificato come un concetto antagonistico. I giovani hanno diritto ad alimentare la propria personalità”. Ma allora ministro, perchè il paradigma delle politiche giovanili italiano sia a livello Nazionale che in diverse regioni d’Italia non è mai stato ammodernato? Come mai lo stesso Fondo Nazionale per le Politiche giovanili continua a non includere alcun principio di co-programmazione con i giovani e le organizzazioni giovanili, attribuendo agli enti nazionali e periferici il diritto (nonché il pessimo gusto visto le iniziative messe in campo con i soldi dei contribuenti, vedi il caso di “Giovani Vispi” in Sardegna), di decidere per i giovani?

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Successivamente, l’esponente dell’Esecutivo Meloni ha esortato i giovani “a studiare, approfondire, non assecondare a tutti i costi il pensiero dominante, avere la capacità e la volontà anche di provare a cambiare il quadro delle idee”. La domanda è sempre la stessa. Con quali aperture della politica? Con quali strumenti?

Inutile appellarsi ai giovani in assenza di strumenti condivisi e strutturali all’interno dell’impianto istituzionale italiano, senza contare, in termini di inclusione dei/delle giovani, la mai pervenuta autocritica circa le azioni previste dal Pnrr per i giovani.

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