Giovani e lavoro, Consiglio Nazionale dei Giovani: “Solo un giovane su 3 è stabile”.

Non emerge ‘nulla di nuovo’ dalla ricerca del Consiglio Nazionale dei Giovani, presentata ieri nel corso di un webinar che ha visto la partecipazione di alcuni rappresentanti del Parlamento italiano e realizzata in collaborazione con Eures. Un lavoro d’indagine incentrato sulle condizioni e prospettive occupazionali, retributive e contributive degli under 35, con l’obiettivo di analizzare la vulnerabilità economico-occupazionale dei giovani. Per molti giovani, secondo il report, il percorso verso l’indipendenza e la stabilità resta un progetto irrealizzabile. Il 50,3% degli under 35 vive infatti ancora con i propri genitori: soltanto 4 su 10 vivono da soli.

Il 33% dei giovani intervistati, ancora, ha dichiarato di non riuscire a creare una propria famiglia a causa della precarietà e le cose non vanno meglio nel periodo post laurea dove a 5 anni dal conseguimento del titolo solo un giovane su 3 ha trovato un lavoro stabile, mentre il 26% e’ un giovane precario con contratto a termine e un quarto degli under 35 (24%) risulta disoccupato.

Maria Cristina Rosaria Pisani
Maria Cristina Rosaria Pisani

“Nel nostro Paese – dichiara la presidente del CNG, Maria Cristina Pisani – la precarietà è arrivata a rappresentare una condizione strutturale del mercato del lavoro: un fenomeno in aumento alla luce della crisi post pandemica, che sta registrando conseguenze significative sulla dimensione retributiva dei nostri giovani, anche a causa di un sistema pensionistico messo a rischio dalle passate generazioni. Per questo, chiediamo nuovi interventi normativi tra cui un tavolo di lavoro con il Governo sulla pensione di garanzia per i giovani e l’istituzione di un Osservatorio per monitorare gli impatti degli interventi”.

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Secondo lo studio, ancora, un giovane su 10 (11%) ha provato ad acquistare un appartamento e il 7,8% è riuscito ad ottenere un mutuo, mentre a un terzo dei casi il mutuo è stato rifiutato. Il 40% dei giovani, inoltre, non prova nemmeno a chiederlo perché consapevole della mancanza di requisiti”.

È profonda, altresì, la sfiducia nei confronti dell’attuale sistema pensionistico. Circa la metà degli under 35 intervistati (44%) immagina che andrà in pensione dopo i 70 anni. Otto giovani su dieci vivono negativamente il pensiero delle condizioni materiali di vita consentite dalla futura pensione, esprimendo al riguardo paura (29%), frustrazione (24%) o rassegnazione (25%). I giovani risultano inoltre disinformati sul tema: la maggioranza del campione (53%) non conosce attraverso quale metodo venga calcolata la pensione per le nuove generazioni e sette giovani su dieci (68%) non conosce la propria situazione contributiva.

Per la quasi totalità dei giovani intervistati (94%), infine, è lo Stato che dovrebbe impegnare le proprie risorse per assicurare una pensione adeguata alle nuove generazioni. In particolare, più di otto giovani su dieci (83%) è favorevole all’introduzione dei ”contributi figurativi” e il 75% all’introduzione di una pensione di garanzia non inferiore a una soglia minima.

Per i giovani intervistati le risorse necessarie dovrebbero essere reperite attraverso un’attività di recupero dell’evasione fiscale (43%), oltre un terzo del campione auspica invece interventi redistributivi della ricchezza, in primis una tassazione più severa sui redditi alti (12%).

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“I dati del report – dichiara la deputata del Partito Democratico, Chiara Gribaudo – ci impongono una riforma delle modalita’ di ingresso nel mondo del lavoro. Servono strumenti per combattere la precarieta’ e dare maggiore stabilità. Finche’ i giovani saranno sottopagati con stage e tirocini, non potranno programmare il proprio futuro. Serve invece incentivare il contratto di apprendistato e il lavoro stabile, per dare dignita’ e prospettive ai nostri ragazzi”.

Spazio Giovani, Oristano
Giovani

Intervento seguito dalla parlamentare del Movimento 5 Stelle Susy Matrisciano: “Dobbiamo avere il coraggio di affrontare questa complessa sfida, partendo da un assunto: i giovani non sono un problema da risolvere ma un potenziale da sviluppare con investimenti in formazione e nelle transizioni gemelle: ecologica e digitale. Quando si parla di giovani risulta quanto mai indifferibile agganciare la riflessione anche alla necessità di una riforma previdenziale capace di assicurare pensioni dignitose a chi oggi lavora, oltre alla piena sostenibilità del sistema previdenziale, sulla quale una flessibilità troppo spinta può incidere negativamente. Servono incentivi per agevolare l’instaurazione di rapporti di lavoro stabili – prosegue l’esponente pentastellata – rendendo ‘meno appetibile’ per le aziende il ricorso ai contratti precari, va sostenuto il ricorso alla staffetta generazionale per facilitare l’ingresso nel mercato del lavoro dei giovani e accompagnare chi ha i requisiti alla pensione, ma soprattutto è indifferibile introdurre una legge sul salario minimo orario”.

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Nel corso del webinar Sardegnagol ha interrogato i parlamentari intervenuti, chiedendo loro se gli interventi per i giovani previsti nel PNRR non siano basati su logiche superate e su un approccio troppo scolasticocentrico, nonchè indirizzato a dotare di ulteriori risorse il sistema universitario italiano, senza la previsione di interventi innovativi per i giovani. Una realtà che emerge alla luce della scarsa considerazione nel PNRR di interventi quali la facilitazione dell’accesso al credito o, ancora, l’esenzione dei contributi previdenziali obbligatori per i giovani imprenditori. Secondo Walter Rizzetto di Fratelli d’Italia “nel Pnrr sono stati fatti passi in avanti per l’acquisto di mobili e casa ma il tema del recovery è debole rispetto ai temi sollevati da Sardegnagol. In questo senso le risorse sono scarse e insufficienti”.

Giovani
Giovani

Per l’esponente del Movimento 5 Stelle, Susy Matrisciano, invece, “ci sono delle proposte nella legge di bilancio. Bisognerà ragionare su questi temi, specialmente all’interno della missione 5 del PNRR, dove abbiamo posto la questione dell’empowerment femminile”.

Per Chiara Gribaudo del Partito Democratico “bisogna provare a correggere il piano. Non vorrei che si incentivasse un sistema troppo conservatore nel campo della formazione. Bisogna fare un passaggio molto forte, sostenere il diritto allo studio e dare opportunità in più”.