Disoccupazione giovanile nelle regioni UE: il punto sulle località ultraperiferiche.

Il 26 aprile i membri della commissione EMPL del Parlamento europeo si incontreranno per discutere con le diverse parti interessate circa la natura e le cause della disoccupazione giovanile, in particolare nelle regioni ultraperiferiche dell’UE. Un meeting per tentare di “identificare buone pratiche, strategie e politiche, in particolare a livello dell’UE, per affrontare le sfide lungo il percorso dell’inclusione lavorativa dei giovani europei”.

Si partirà dalla discussione sulla relazione UE sull’occupazione 2023. Un rapporto che evidenzia la crescente pericolosità in termini socioeconomici della disoccupazione giovanile, con conseguenze negative a lungo termine sulle competenze dei giovani e sulle prospettive del mercato del lavoro. 

Nel secondo trimestre del 2022, il tasso di disoccupazione giovanile era quasi tre volte quello della popolazione complessiva di età compresa tra 25 e 74 anni, con alcuni Stati membri che hanno raggiunto tassi del 30%. Ma, nel frattempo, i fenomeni della classe dirigente italiana continuano a puntare lo sguardo altrove. Cara Giorgia, non basterà ridurre la contribuzione per le aziende per l’assunzione di giovani. Sveglia!

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La situazione, poi, è ancora peggiore nelle regioni ultraperiferiche che, come facilmente desumibile, si traduce in tassi di occupazione e livelli del PIL ben al di sotto della media europea e nazionale, con tassi di disoccupazione giovanile che oscillano tra il 20 e il 30%.

In attesa della pubblicazione dei risultati del prossimo incontro, si spera vengano stigmatizzate le inutili iniziative per i giovani portate avanti dall’UE, a partire, giusto per fare un esempio, dalle diverse call promosse dalla DG Regio che sul tema della coesione e inclusione per i giovani lascia il tempo che trova, per usare un eufemismo.

foto copyright Parlamento europeo Sebastien Pirlet 2021

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