Calo della natalità e dei giovani, Presidente Mattarella: “Consentire alle nuove generazioni di costruire il proprio futuro”.

Arrestare la denatalità e avviare una programmazione a sostegno dell’inclusione dei giovani. E’ quanto ribadito ieri dal Presidente della Repubblica Sergio Mattarella nel corso della seconda edizione degli Stati Generali della Natalità.

“La struttura demografica del Paese soffre di gravi squilibri che incidono in modo significativo sullo sviluppo della nostra società. Un fenomeno accentuatosi con la pandemia e che ha generato nuove disuguaglianze e una diffusa precarietà che scoraggia i giovani nella costruzione di una famiglia – ha dichiarato Mattarella -. La diminuzione della natalità rappresenta uno degli aspetti più preoccupanti delle dinamiche sociali contemporanee e segnala una difficoltà. Occorre insistere nel perseguire condizioni che consentano alle giovani generazioni di costruire il proprio futuro e, in questo senso, va garantita piena dignità ai giovani, alle donne, alle famiglie”.

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Un monito, purtroppo, che con grande difficoltà potrà fare breccia all’interno della programmazione dell’Esecutivo Draghi e di molte Regioni d’Italia – attraverso i rispettivi Fondi Europei di Sviluppo Regionale – senza l’avvio di un’azione di coinvolgimento sostanziale dei giovani e delle organizzazioni giovanili del Paese.

Del resto, a dimostrazione dell’altissimo costo sociale collegato alla scarsa sensibilità della politica italiana verso il settore della gioventù, parlano chiaro le proiezioni dell’Istat: l’Italia, infatti, rischia di registrare nel 2050 una popolazione di circa 55 milioni con oltre 2 milioni di giovani in meno. E’ come se in meno di 30 anni scomparissero tutti gli abitanti della Sicilia e quasi la metà della popolazione in età da lavoro del Paese (circa il 52%).

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Un trend, per certi versi in linea con la fotografia scattata recentemente dal Servizio Ricerca del Parlamento europeo (EPRS), secondo il quale l’UE si avvia nel 2052 a perdere circa il 28,6% della popolazione, con una perdita netta di circa 15,2 milioni di giovani.

Guardando, ancora, alle statistiche regionali dell’UE, attualmente le regioni con la quota più bassa di bambini e giovani si trovano nella Germania orientale, in Italia, con la Sardegna in testa con un pallido 25,2%, e nel nord della Spagna, con in cima le Asturie (22,5%).

Sul tema, Gigi De Palo degli Stati Generali ha proposto di attingere apposite risorse del Pnrr e dotare l’Italia di un commissario per la natalità, come già avviene in Europa.

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foto quirinale.it