“Cagliari cambia” tra disagi e casi di cronaca.

Cagliari cambia: più moderna, accogliente, verde, sostenibile e intelligente. Con queste parole lo scorso 13 gennaio la velina del Comune di Cagliari presentava “il più grande programma di interventi infrastrutturali” messo in campo dal Comune di Cagliari “dal dopoguerra ad oggi”.

Numeri, forse espressi in un momento di “euforia” dalle parti di Palazzo Bacaredda, che avrebbero dovuto indicare la direzione di una città destinata a diventare nell’arco di un anno “più bella, moderna, funzionale e accogliente”.

La realtà, giusto per citare alcuni elementi spiccioli della cronaca quotidiana, ci racconta di una città tutt’altro che accogliente, a partire dai notevoli disagi prodotti dai pluriennali cantieri avviati in alcuni quartieri della città, tra i più noti quello di viale Sant’Avendrace e, con molta probabilità (visti i tempi per i pareri della Sovrintendenza) anche quelli di via Roma e viale Trieste, dove qualcuno vedrà giocarsi le ultime possibilità residue di ricandidatura.

Una città, secondo le previsioni contenute nel comunicato di gennaio, che avrebbe dovuto rappresentare, agli occhi dei cittadini e dei turisti, “la porta di accesso della Sardegna” o, più ampollosamente, indicare Cagliari come la “capitale del Mediterraneo”.

A proposito di capitali del Mediterraneo, cosa è stato fatto per valorizzare il parco di Tuvixeddu, ovvero la più grande necropoli punica ancora oggi esistente? Così su due piedi verrebbe da dire ben poco, dato che la stessa area non è stata inserita neanche nel portale Cagliari Turismo. Congratulazioni Paolo!

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Che dire ancora dei notevoli problemi di ordine pubblico nei quartieri della “movida” (oddio un parolone considerando il piccolo mondo antico della provincia cagliaritana)? Solo ieri si è consumato l’ennesimo episodio di violenza proprio in prossimità di via Sicilia, diventato da tempo noto ritrovo di ragazzi/e con evidenti problemi di analfabetismo sociale. Sarà vero che Cagliari è una città così accogliente e capace di prevenire, con i potenti mezzi sostenuti dall’amministrazione pubblica, il disagio giovanile?

Un comunicato, ancora, che nel mese di gennaio raccontava anche di milioni di euro (circa 234) per 80 progetti, 10 dei quali prioritari e 8 differenti assi di azione, capaci di creare oltre 5000 posti di lavoro.

Attualmente, sempre per citare dati reali e non autocelebrativi, solo nel pubblico esercizio (ricordiamolo il principale volano del turismo locale), si registra una crescente difficoltà operativa, creata, per restare in tema, proprio dalle mirabolanti innovazioni dell’amministrazione comunale, a partire dalla “Corriera Ecologica” che, come facilmente riscontrabile in diversi orari della giornata, a dato vita ad una nuova pratica sportiva tra gli esercenti locali: il trasporto del mastello…

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Cagliari cambia, ma non è “solo una frase ad effetto”, ricordava l’allora comunicazione del Comune di Cagliari. Un nuovo moto reso possibile grazie a quella mai compresa “visione unitaria” e del “lavoro di squadra di tutta l’amministrazione”. Una sinergia con il territorio e le migliori buone pratiche della comunità locale, invece, mai espressa. Sicuramente non nell’ambito della valorizzazione del patrimonio immobiliare comunale, la cui gestione resta ancora disattesa rispetto alle dichiarazioni programmatiche del sindaco Truzzu condivise nel corso di un incontro al T-Hotel lo scorso maggio 2019. Tra i casi più eclatanti, ricordiamolo, il “congelamento” dell’ex artistico di piazza Dettori.

“Questi interventi – sottolineava nel comunicato di gennaio il sindaco Paolo Truzzu – disegnano una città nuova che, senza snaturarne l’identità, sarà più moderna, accogliente, verde, sostenibile e intelligente Una città consapevole del suo straordinario patrimonio ambientale. Ogni intervento sarà stato pensato per salvaguardare le non infinite risorse, quali il suolo, le piante, l’acqua, l’aria e l’energia”.

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Già, la salvaguardia dell’ambiente. Sul tema, sempre per restare nei radar della cronaca, non può che far riflettere l’interessante l’azione portata avanti dal GrIG (Gruppo di Intervento Giuridico), costituitosi parte civile nel giudizio sul taglio degli alberi a Buoncammino, la cui istanza è stata accolta lo scorso 21 giuugno dal Tribunale di Cagliari, Sezione II, relativamente ai reati ambientali (artt. 734 cod.. pen. e 181 del decreto legislativo n. 42/2004 e s.m.i.) per l’avvenuto taglio di una decina di Pini d’Aleppo sul Viale Buoncammino effettuato nel settembre 2020 in assenza di autorizzazioni paesaggistiche e storico-culturali (queste ultime poi arrivate), nonostante la presenza dei rispettivi vincoli (decreto legislativo n. 42/2004 e s.m.i.). Un caso, come ricordato dal GriG qualche giorno fa, capace di rappresentare “uno dei primi casi a livello isolano di tagli di alberi cittadini in assenza di autorizzazioni ambientali e culturali finiti alla sbarra, dopo gli accertamenti e le indagini svolti dai Carabinieri del Nucleo di tutela del patrimonio culturale”.

L’impressione che l’esperienza Truzzu abbia rappresentato l’ennesimo lustro “buttato a mare” per la Città di Cagliari e dei suoi cittadini, si è fatta certezza.