Azione, il fiume in piena di Calenda al Senato: “Flat tax e quota 41 sono balle”.

“Questa Legislatura è uno spartiacque, dove è evidente la tragica fine della seconda repubblica degenerata in populismo. Draghi non è caduto perché governava male, è caduto per l’invidia di Conte, per le voglie di Berlusconi di diventare presidente del Senato e per la paura di Salvini di vedere i consensi calare in favore di Meloni”.

Queste le prime dichiarazioni del leader di Azione Carlo Calenda condivise nel corso nella conferenza stampa convocata per il lancio del programma della coalizione formata da Azione e Italia Viva di Matteo Renzi. “Draghi – prosegue Calenda – stava portando avanti una trattativa sul tetto al prezzo del gas ma grazie a Salvini, Conte e Berlusconi questa trattativa ora è ancora più difficile. Il problema del gas in autunno sarà disastroso, poiché l’Italia non ha fatto investimenti per diversificare, ve lo dice uno che ha fatto il TAP e ha previsto nella strategia due rigassificatori. Azione cancellata dal Ministro 5 Stelle Di Maio. Gli italiani – ha aggiunto Calenda – devono sapere che se non ci sarà un tetto al prezzo del gas la responsabilità dell’aumento incontrollato dei prezzi del gas sarà di Matteo Salvini, Silvio Berlusconi e Giuseppe Conte. Leader che ora chiedono agli italiani il voto come se nulla fosse accaduto. Conte vuole riaprire la ‘scatoletta di tonno’ dopo aver governato con tutti e in qualsiasi modo. Sappiamo bene come è andata a finire la famosa ‘scatoletta di tonno’, senza contare il ritorno della “politica contro”. Non vi chiedono un voto per governare ma vi chiedono un voto per non far vincere gli altri. Sono 30 anni che l’Italia va avanti così, allontanandoci sempre di più dai grandi Paesi europei”.

Intervento proseguito mettendo l’accento sull’incoerenza delle “accozzaglie partitiche” emerse nel corso delle prime settimane di campagna elettorale a destra e a sinistra: “Fatemi sottolineare alcuni punti sulle coalizioni di destra e di sinistra. Nessuna di esse sarà in grado di governare il Paese. La destra è divisa su tutto, a partire dal posizionamento internazionale. In Europa Berlusconi è alleato di Letta contro Salvini e Meloni. Il programma della coalizione di destra, ancora, non dice nulla ha solo dei titoli. Inoltre sul posizionamento internazionale della Meloni io non credo al rischio fascismo in Italia ma se la Meloni non avrà il coraggio di chiudere con i legami del passato, anche dal punto di vista formale come il simbolo della Fiamma e se le liste non rispecchieranno le dichiarazioni che la Meloni ha fatto, il problema non sarà il fascismo in Italia ma che i leader dei grandi Paesi europei non le stringeranno la mano. Il problema non è il fascismo, bensì il disastro finanziario di un Paese che negli ultimi 30 anni, a furia di fare cavolate, è finito per essere fortemente dipendente dal sostegno europeo”.

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“A Roma – ricorda il leader di Azione – la Meloni ha candidato Michetti, il più improbabile candidato a sindaco che Roma abbia mai sperimentato. Io non vorrei vedere persone come Michetti alla guida di un ministero. Dall’altra parte la sinistra è formata da Fratoianni, Bonelli, Di Maio, Bonino e Letta. Coalizione priva di un programma comune. Come si fa ad essere coalizione senza un programma comune – si chiede Calenda -? Mettiamo il caso che vincano: li fanno o non li fanno i rigassificatori? L’Ucraina la supportano o non la supportano? Tutti i riferimenti all’agenda Draghi si sono dissolti, anche da parte di Letta che all’inizio della campagna ne aveva fatto un cavallo di battaglia. Agli elettori del PD voglio dire che 5 minuti dopo le elezioni il PD tornerà ad allearsi con il Movimento 5 Stelle. Basta vedere le dichiarazioni di Boccia, Bettini, Emiliano e Orlando. Nessuna di queste coalizioni – chiosa il politico romano – può assicurare la continuazione del PNRR, dell’Agenda Draghi e del posizionamento internazionale dell’Italia. Salvini e Berlusconi hanno dichiarato di non essere d’accordo all’invio di armi all’Ucraina, collocando, così, l’Italia fuori dalla Nato. Stesso parere anche da parte della sinistra come ricordato dalle uscite di Fratoianni e Conte. Non esiste – prosegue – il voto utile perché sono in campo 4 coalizioni e anche perché il PD ha combinato un disastro mettendo insieme un Comitato di Liberazione Nazionale che include chi ha votato la sfiducia a Draghi e, ancora, una ‘cosa’ sull’agenda Draghi. Anche grazie a questo disastro la partita è sul proporzionale e, ancora, sul proporzionale al Senato”.

“Mentre noi stiamo chiacchierando e mentre la sinistra e la destra si attaccano, Orlando e Giorgetti stanno governando assieme. Questo è un teatro che imbastiscono ogni volta per militarizzare l’elettorato e per fargli scordare le proposte e la coerenza delle stesse proposte”.

“Agli amici di +Europa dico avete fatto una scelta sbagliata, contradditoria e incoerente. Siete diventati quei dipendenti di sinistra che avete sempre criticato. Stessa cosa dico all’amico Cottarelli, Bentivogli che ora si trova candidato nel PD”.

“Il nostro obiettivo è chiaro e netto: andare avanti con l’agenda e il metodo Draghi. Draghi è caduto perché ha voluto dire con chiarezza cosa avrebbe fatto e cosa non avrebbe fatto. Questo i nostri partiti non lo possono accettare perché fuggono dalla responsabilità della cultura di Governo, ovvero dire la verità sullo stato del Paese. Ancora – altro punto di programma – avere possibilmente Draghi alla Presidenza del Consiglio. Attuare ancora le riforme previste dal PNRR. Chi vuole cambiare il PNRR vuol dire far saltare il PNRR e farlo saltare ha conseguenze che vanno oltre lo stesso piano nazionale. Andate a vedere come saranno condizionati gli aiuti della BCE. Ascoltiamo ora, invece, proposte mirabolanti. Nessuno parla più del Pnrr perché è ordinario. Noi promettiamo di non promettere: flat tax, pensioni anticipate, dentiere gratis, presidenzialismo, 10mila euro ai 18enni, quota 41. Questa ultima misura costerebbe circa 65 miliardi di euro. Sono tutte balle! Basta con i no a tutto, alle infrastrutture, campi eolici off-shore, ai termovalorizzatori. Basta con un ambientalismo ideologico, con il risultato che l’ambiente peggiora e noi perdiamo occupazione”.

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“Le rinnovabili non possono andare da sole perché sono intermittenti e l’energia non può essere accumulata e noi non abbiamo il vento del Mare del Nord. Noi ci siamo impegnati ad arrivare ad emissioni zero nella produzione elettrica ma non possiamo utilizzare le rinnovabili. Abbiamo bisogno di una energia costante che non emetta. Qualcuno ha idea di che tipo di energia (costante e a emissioni zero) stiamo parlando? Del Nucleare. Se qualcuno ha una soluzione diversa la proponga, il resto sono chiacchiere”.

Discorso proseguito con il tema della migrazione: “Basta affrontare problemi complessi come la migrazione con la retorica dei porti aperti contro i porti chiusi. I porti italiani non sono mai stati aperti o chiusi perché semplicemente non è possibile. Bisogna presidiare i confini ma le persone che arrivano devono essere integrate. Abbiamo bisogno di flussi di migrazione regolare di famiglie e persone scolarizzate. Serve un’Agenzia nazionale per l’Immigrazione – ha aggiunto Calenda -. Chi ha peggiorato la questione della sicurezza è stato Matteo Salvini. Agli amici della sinistra dico ancora che la sicurezza è un tema di tutti non solo della destra. Mi davano del fascista per il decoro urbano a Roma. Decoro urbano e sicurezza proteggono, invece, le persone fragili”.

Sullo stato di attuazione del Pnrr: “Ad oggi mancano 481 obiettivi, circa l’85% del totale per ricevere pienamente le risorse del Pnrr. Su questo noi ci concentreremo. Dobbiamo modificare il reddito di cittadinanza, sostenendo chi non può lavorare. Basta ai bonus. Il bonus 110% è costato 45 miliardi di euro, circa un terzo del costo dell’intero Sistema Sanitario Nazionale. Io potevo rifarmi la casa a spese dello Stato è giusto secondo voi? Lo Stato spende in Pensioni quasi il doppio della spesa per sanità e istruzione e gli Italiani spendono più di 40 miliardi per curarsi privatamente. Noi proponiamo un patto generazionale. Ogni euro in più del bilancio pubblico andrà a istruzione e sanità. Le culture occidentali – chiosa Calenda – si fondano su cultura e istruzione. Se non si investe in esse non si migliora la qualità della società. E’ quello che sta succedendo in Italia. Siamo tutti fieri per il nostro patrimonio culturale ma abbiamo i valori più bassi di fruizione della cultura. I giovani leggono poco ma utilizzano compulsivamente i social e i dati sugli adulti sono anche peggiori”.

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“Dobbiamo ribaltare questa situazione. Siamo a favore di un salario minimo e per la cancellazione delle false cooperative. Nessuno dovrebbe lavorare per meno di 9 euro all’ora ma non siamo per un irrigidimento indiscriminato dei contratti in un mondo la specializzazione cambia continuamente. Alitalia va venduta a Lufthansa perché non può sopravvivere. Ilva va riprivatizzata. Abbiamo buttato 4,2 miliardi in investimenti e adesso abbiamo dato un miliardo per pagare la bolletta della luce. Il patriottismo economico si fa sempre a spese dei cittadini. La concorrenza è un motore della crescita e fa paura perché cambia ma costruisce condizioni di competitività che aiuta i cittadini a pagare meno e le aziende ad evolversi. Le tasse vanno diminuite in questo Paese. Tagliare l’IRAP, partire dai giovani, ripristinare Italia 4.0 e tagliare sull’Irpef dei giovani. Non bisogna dare 10mila euro ai 18enni. Che senso ha? Dove si trovano i soldi? Lotta all’evasione fiscale e spesa pubblica. Quando arrivai al MiSE iniziai a rivedere il bilancio. Trovai circa 15 miliardi di fondi non spesi. Quando Di Maio dice ho stanziato 25 miliardi sul Made in Italy cosa succede dopo? Niente. Non si fanno i bandi, i tempi sono lunghi e le esigenze delle imprese, nel frattempo, cambiano per effetto dello sviluppo tecnologico”.

“Proponiamo una mensilità in più, detassata e decontribuita finanziata da imprese al 50% e dallo Stato con un credito di imposta al 50% coperto con il maggiore gettito IVA derivante dall’inflazione. Ci impegniamo con gli italiani a non candidare in posizioni di Governo e di responsabilità persone senza ampie esperienze amministrative e gestionali nel pubblico e nel privato. Basta con personaggi come Toninelli, Bonafede e Di Maio. E’ tempo di diventare un Paese serio. Ho fatto un partito perché credo nel buon governo, dicendo le cose come stanno. Ai cittadini italiani chiedo di votare con libertà, non siate deboli, non credete all’ordalia destra-sinistra”.

foto https://www.facebook.com/CarfagnaMara