Assalto al territorio e impianti eolici, Commissione Ue: “Competenza statale”.

Nonostante le crescenti obiezioni dei rappresentanti dei territori in tutta l’Ue, non solo in Sardegna, si assiste ad un generalizzato assalto al territorio da parte dei Big player delle cosiddette “energie rinnovabili”.

In tutta Europa, come ricordato anche dall’eurodeputata Aurélia Beigneux, vengono costruiti parchi eolici, a volte anche contro la volontà dei rappresentanti locali e degli stessi cittadini. Una dinamica sostenuta non solo dagli evidenti vuoti normativi ma, soprattutto, da uno spostamento ideologico verso l’energia verde.

“Un fatto provato”, spiega l’esponente di Identità e Democrazia: “Molti rapporti hanno rivelato che queste turbine eoliche sono realizzate con materiali rari estratti da miniere situate nei Paesi extra-UE (come nel caso del cobalto). Importando questi materiali, il settore eolico contribuisce in modo significativo alla distruzione degli ecosistemi all’estero, agendo anche contro la volontà delle comunità locali”.

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Ovvia quindi la richiesta alla Commissione europea circa i costi ambientali prodotti lungo il percorso che porta dall’impianto delle turbine eoliche fino al loro smaltimento e, ancora, le azioni a sostegno della popolazione europea contro l’assalto selvaggio al territorio.

Inutile, come spesso capita, attendersi una risposta esaustiva nel merito da parte della Commissione europea. Secondo la commissaria Kadri Simson, la cui interpretazione circa lo Stato di diritto lascia qualche perplessità, “gli impatti ambientali e gli aspetti di circolarità delle turbine eoliche sono oggetto di studi approfonditi e sono trattati nei rapporti prodotti dal Centro comune di ricerca della Commissione europea“. Rapporti, poco conosciuti dalla maggioranza dei cittadini europei. Per quanto riguarda la gestione dei rifiuti – chiosa la commissaria – gli Stati membri devono garantire che, come qualsiasi altro rifiuto
flusso, la fine della vita delle turbine eoliche è soggetta a una gestione dei rifiuti conforme alla Direttiva quadro sui rifiuti (2008/98/EC)”.

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Risposta che culmina con la riproposizione dell’irrinunciabile “limite di competenza” della Commissione: “Fatto salvo il ruolo della Commissione come custode dei trattati, gli Stati membri lo sono i principali responsabili della garanzia del rispetto del diritto dell’UE”.