Precariato in Italia: i dati di dicembre 2021. 169.503 i rapporti di lavoro che hanno usufruito dell’esonero triennale per assunzioni e trasformazioni a tempo indeterminato di giovani.

Le assunzioni attivate dai datori di lavoro privati nel corso del 2021 sono state 7.168.000,con un aumento rispetto allo stesso periodo del 2020 (+25%) dovuto alla marcata crescita osservata a partire da marzo 2021. Essa ha interessato tutte le tipologie contrattuali, risultando più accentuata per le assunzioni stagionali (+40%), per i contratti di apprendistato, di somministrazione e intermittenti (+30%), mentre per le altre tipologie si registrano aumenti più contenuti: tempo determinato (+22%) e tempo indeterminato (+15%). Nelle classi dimensionali, la dinamica delle assunzioni è stata più consistente nelle imprese maggiori (oltre 99 dipendenti: +32%; da 16 a 99 dipendenti: +28%) ma ha riguardato anche le piccole imprese (under 15: +18%), mentre per le tipologie orarie l’incremento, confrontando il 2021 con il 2020, ha interessato tutte le tipologie orarie, con un aumento più marcato della forma a tempo pieno (+31%).

Le trasformazioni da tempo determinato nel 2021 sono risultate 518.000, in leggera flessione rispetto allo stesso periodo del 2020 (-7%). Nello stesso periodo le conferme di rapporti di apprendistato giunti alla conclusione del periodo formativo – pari a 109.000 – risultano essere aumentate del +19% rispetto all’anno precedente.

Le cessazioni fino a dicembre 2021 sono state, invece, 6.476.000, in aumento rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente (+12%). Sostanzialmente stabili le cessazioni dei contratti intermittenti, in aumento tutte le altre tipologie: contratti a tempo determinato (+4%), contratti stagionali (+17%), contratti a tempo indeterminato (+19%), contratti in somministrazione (+26%) e contratti in apprendistato (+27%). Dal 1° luglio 2021 per i comparti industriali con esclusione del tessile-abbigliamento-calzature (Tac) sono cadute le restrizioni ai licenziamenti, attivate originariamente nella primavera del 2020; dal 1° novembre le restrizioni sono rimaste in essere solo per le imprese utilizzatrici di Cig Covid.

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Si osserva che nel mese di luglio 2021 nell’industria (escluso Tac) il numero di licenziamenti registrati si è significativamente avvicinato al livello del 2019 (da un rapporto, per i mesi precedenti, attorno al 20-30% si è saliti all’80%), ma non l’ha comunque raggiunto e nei successivi mesi non si è verificato un ulteriore avvicinamento. Per il Tac e i Servizi si è registrato un movimento analogo: nel mese successivo alla fine del blocco (novembre) il livello dei licenziamenti si è avvicinato a quello del 2019, ripiegando poi nel mese successivo.

Il quadro complessivo delle agevolazioni ai rapporti di lavoro a tempo indeterminato (incluso l’apprendistato) evidenzia che, considerando tutte le misure e tutte le diverse agevolazioni, sull’insieme di circa 2.068.000 attivazioni (assunzioni e trasformazioni) di rapporti di lavoro a tempo indeterminato quelle agevolate risultano 881.000 con un’incidenza pari al 43%.

In particolare, i rapporti di lavoro che hanno usufruito dell’esonero triennale per assunzioni e trasformazioni a tempo indeterminato di giovani sono stati 169.503 (100.070 assunzioni e 69.433 trasformazioni a tempo indeterminato. Tale valore è in forte aumento rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente (+99%). Ciò è dovuto principalmente all’attivazione dell’esonero totale (entro il limite di 6.000 euro annui) per le assunzioni/trasformazioni a tempo indeterminato effettuate nel 2021, come previsto dall’art.1 della L. 178/2020 per i giovani fino a 36 anni (in precedenza l’esonero era pari al 50% dei contributi dovuti entro un limite annuo di 3.000 euro). I rapporti instaurati con l’esonero totale rappresentano l’87% dei rapporti incentivati con l’esonero triennale giovani (L.205/2017 e L.178/2020).

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Le agevolazioni per l’assunzione di donne, come previsto dalla L. 178 del 2020 che riconosce un esonero totale dei contributi entro il limite di 6.000 euro annui, hanno interessato circa 27.000 rapporti di lavoro (sia esonero previsto dalla L.92/2012 che dalla L.178/2020).

Di particolare rilievo sono risultate le 258.000 attivazioni a tempo indeterminato che hanno beneficiato della decontribuzione per il Sud.

Il saldo annualizzato, vale a dire la differenza tra i flussi di assunzioni e cessazioni negli ultimi dodici mesi, identifica la variazione tendenziale delle posizioni di lavoro (differenza tra le posizioni di lavoro in essere alla fine del mese osservato rispetto al valore analogo alla medesima data dell’anno precedente).

Dopo gli andamenti negativi registrati nei mesi più acuti della pandemia (primavera del 2020 e autunno-inverno 2020-2021), da marzo 2021 il saldo annualizzato ha segnalato un continuo recupero. A giugno 2021 si registravano 696.000 posizioni di lavoro in più rispetto al giugno 2020; nei mesi successivi tale crescita si è assestata e a dicembre è risultata pari al livello di giugno (+692.000), con un saldo positivo in tutte le tipologie contrattuali. In particolare, per il tempo indeterminato la variazione positiva risulta pari a 119.000 unità mentre per l’insieme delle altre tipologie contrattuali la variazione complessiva è pari a 573.000 unità, con un ruolo rilevante dei rapporti a termine.

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Confrontando la situazione a dicembre 2021 con dicembre 2019 (pre-pandemia) si registra un saldo decisamente positivo per i rapporti di lavoro a tempo indeterminato (+385.000: si sommano risultati positivi sia per la prima che la seconda annualità considerata); anche per l’insieme delle altre tipologie contrattuali a livello biennale il saldo risulta marcatamente positivo (+283.000) grazie all’ampio recupero delle perdite che erano state registrate nel 2020.

La consistenza dei lavoratori impiegati con Contratti di Prestazione Occasionale (CPO) a dicembre 2021 si attesta intorno alle 15.000 unità (in aumento dell’28% rispetto allo stesso mese del 2020); l’importo medio mensile lordo della loro remunerazione effettiva risulta pari a 291 euro.

Per quanto attiene ai lavoratori pagati con i titoli del Libretto Famiglia (LF), a dicembre 2021 essi risultano circa 11.000, in diminuzione del 9% rispetto a dicembre 2020, l’importo medio mensile lordo della loro remunerazione effettiva risulta pari a 163 euro.