Il Fondo per le politiche giovanili 2018. Elemosina di Stato.
Combattere la disoccupazione giovanile, promuovere la creatività e contrastare il disagio giovanile. Propositi troppo ambizioni per lo Stato Italiano che, dopo l’intesa in conferenza unificata, tra lo Stato, le Regioni e il sistema delle autonomie locali, ha stanziato 7 milioni per il 2018 . Sì, soltanto 7 milioni a livello nazionale per il Fondo per le politiche giovanili da ripartire tra comuni e regioni. Ovvero carità di Stato per le politiche giovanili . Ma per il Capo Dipartimento della Gioventù e del Servizio Civile Nazionale, Calogero Mauceri si tratta di “Un grande risultato raggiunto in tempi brevissimi. L’ obiettivo è stato realizzato grazie allo spirito di fattiva collaborazione e del lavoro sinergico svolto tra le diverse istituzioni, con il fine comune di offrire ai giovani nuovi strumenti e opportunità di partecipazione e di iniziativa per essere sempre più protagonisti nella società civile” .
Ebbene sì, 7 milioni da ripartire a livello nazionale rappresentano per il Capo Dipartimento del Ministero risorse esaustive per offrire ai giovani nuovi strumenti e opportunità di partecipazione per essere protagonisti nella società. Sette milioni, sembrerebbero tanta “roba” ma, per dare un esempio dell’iniquità di questo intervento per i giovani, basta pensare che equivalgono alla stessa spesa sostenuta nel 2017 dal Comune di Quartu Sant’Elena per voci stipendiali corrisposte al personale a tempo indeterminato (dati www.soldipubblici.gov.it ).
Sette milioni che secondo il Dipartimento della Gioventù (sotto la competenza del Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali di Giuliano Poletti) , saranno destinati a finanziare progetti coordinati tra Stato, Regioni, Comuni e Città Metropolitane, e andranno a sostegno del talento e della creatività e di misure per favorire l’ingresso nel mondo del lavoro e il contrasto al disagio giovanile.
Uno stanziamento striminzito e sottodimensionato che rappresenta un altro esempio concreto di quanto la questione giovanile nel nostro Paese non è un serio argomento di dibattito e di pianificazione politica.
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