PNRR, Consiglio Nazionale dei Giovani: “Chiediamo priorità trasversale giovani”.

Piuttosto che fare il punto sul discutibile impianto delle risorse per i giovani contenute nel Pnrr, capaci di reiterare nel tempo schemi fallimentari e desueti, la Presidente del Consiglio Nazionale dei Giovani, Maria Cristina Pisani, nel corso dell’incontro, a Palazzo Chigi, della Cabina di Regia per il PNRR, ha preferito esprimere gratitudine al ministro per gli affari europei, il Sud, le politiche di coesione e il PNRR, Raffaele Fitto, per “l’inclusione attiva del Consiglio nella discussione sull’attuazione del Piano”.

Un intervento nel quale la Pisani ha chiesto l’applicazione del criterio della priorità trasversale giovani nella revisione del PNRR: “La trasversalità delle politiche giovanili e l’assenza di un Pilastro Giovani, richiesto dal Regolamento europeo 241/2021, ci ha spinto a marcare, in questi anni, tra le misure del Piano, quelle destinate al target giovani. La possibilità di rimodularlo – prosegue la Presidente del Consiglio Nazionale dei Giovani – offre l’opportunità di provare finalmente a costruire un Pilastro per i Giovani, sottoponendo le misure a una concreta marcatura generazionale nel rispetto della creazione di una vera priorità trasversale. Ciò è evidente anche alla luce delle previsioni che erano state fatte sulla garanzia di un aumento significativo dell’occupazione giovanile. Previsioni che sono state completamente stravolte non solo dagli eventi globali, ma anche dal mancato rispetto dell’art. 47 sulla clausola giovanile negli appalti per riservare una quota pari al 30% per le nuove assunzioni funzionali di giovani e donne. Come ha confermato la stessa ANAC, la clausola di assunzione dei giovani è andata in deroga in quasi tutti gli appalti, 7 su 10, nel 40% dei casi senza specificare il motivo della mancata applicazione della norma”.

Quali garanzie, però, potrà mai dare un Esecutivo di un Paese che non rispetta neanche i criteri di gestione delle risorse del Pnrr, come rilevato in materia di rispetto del principio di inclusione di giovani e donne? Andando oltre l’analisi già citata degli interventi (pessimi) previsti per i giovani dal PNRR italiano, è quindi più che confermata la non aderenza degli appalti in Italia verso gli obblighi delle quote per giovani e donne. Nonostante questo si continua a ringraziare lo stesso il Governo. L’Italia è un Paese “poco meraviglioso”!

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Ringraziamenti dovuti verso i fautori di politiche tokeniste e di scarsi interventi per i giovani. Politiche che da diversi lustri – come facilmente rilevabile leggendo le principali statistiche europee (Eurostat innanzitutto) – hanno permesso di tracciare una netta distinzione tra la condizione giovanile in Italia (pessima) e quella degli altri Paesi Ue (decisamente migliore, escludendo i soliti fanalini di coda Grecia e Spagna).

E già, vanno proprio ringraziati i ministri… eppure, allo stato dell’arte, pur in presenza di interlocuzioni sull’inclusione dei giovani, tolta la riserva del 15% dei posti nei concorsi per gli ex volontari del Servizio Civile Universale, si è fatto veramente poco in un anno di Governo Meloni, come confermato anche dalla immutabilità delle modalità di spesa del Fondo Nazionale per le Politiche Giovanili, al momento ancora escludente verso il principio della co-programmazione con i giovani e le organizzazioni giovanili italiane. Una verità riscontrabile nello stesso decreto dell’Esecutivo nazionale.

Per non parlare della perenne condizione di precarietà del finanziamento del fondo mutui per gli under36. Ricordiamolo nei “simposi istituzionali” che acquistare una casa non è come comprare un maglione… su questo punto, ricordiamolo dalle parti dei ‘salotti romani’ o della ‘borghesia burocratica’, non è pervenuta ancora nessuna proroga delle condizioni agevolate di garanzia fino all’80% per i mutui prima casa destinati ai giovani, la cui scadenza è prevista per il 30 settembre 2023.

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Meglio, pertanto, limitarsi a ‘ringraziare’ i membri dell’Esecutivo e continuare a non sottolineare i problemi di sistema per i giovani italiani e per lo sviluppo di moderne politiche giovanili. A questo, forse, servono gli organi consultivi per i giovani in Italia.

Nel dettaglio, tornando al tema della trasversalità, risultano assenti le premialità per l’occupazione delle donne nelle missioni istruzione-ricerca e transizione ecologica. Il 96% dei bandi a livello nazionale, ancora, non prevede misure premiali per la parità di genere: solo il 4% lo prevede. Il 68% non rispetta le indicazioni per le quote di occupazione femminile o giovanile: il 3% dei bandi ha quote inferiori al 30%, mentre soltanto il 29% prevede una quota superiore al 30%.

Un quadro che, di fatto, disattende gli obblighi di legge (il dl 77/2021), facendo emergere la mancanza della trasversalità delle misure premiali e delle quote, confermando perlopiù una concentrazione in ambiti dove è già presente una significativa presenza femminile, come le infrastrutture sociali, la sanità, il turismo, e quote più basse proprio nelle missioni dove sono concentrate metà delle risorse economiche, digitalizzazione e rivoluzione verde.

5 missioni su 6, ancora, hanno percentuali al di sotto del 10% e le due missioni con la maggiore percentuale dei fondi Digitalizzazione, Innovazione, Competitività, Cultura e Turismo e rivoluzione verde e transizione ecologica raggiungano insieme solo il 5,6%.

E se da una parte il Governo si trincera nell’autoreferenzialità e nella non aderenza verso le regole da esso stesso sottoscritte, dall’altra la stessa Commissione europea conferma che l’Italia sta proseguendo “benissimo” nel processo di spesa delle risorse del Pnrr. In altre parole, va tutto bene per i/le giovani italiani/e!

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Emerge chiaramente, quindi, la mancanza della trasversalità delle misure premiali e delle quote per giovani e donne in questo Paese.

Dalla trasversalità la presidente del CNG ha poi invitato l’Esecutivo Meloni a prestare maggiore attenzione al tema dell’imprenditoria giovanile: “Abbiamo chiesto che venga applicato pienamente il criterio della “priorità trasversale giovani” individuando delle quote finanziarie di riserva generazionale in alcuni interventi, come ad esempio per gli investimenti nel finanziamento delle start-up. Questo favorirebbe la creazione di opportunità lavorative per i giovani, incoraggiando l’innovazione e la crescita economica. Ciò ancora di più a seguito della chiusura anticipata dell’investimento sull’accesso al credito per i giovani all’interno della Sezione Speciale Turismo del Fondo di Garanzia PMI. Questo investimento si annoverava, tra l’altro, come unico intervento, in tutto il Piano, a favore dell’imprenditorialità giovanile”.

Una richiesta che sembra omettere il peccato originale legato all’imprenditoria giovanile: l’assenza di garanzia per i/le giovani italiani/e privi di risorse proprie e garanti. Continua, inoltre, a destare poca attenzione la scarsa accessibilità dei cosiddetti contributi a fondo perduto per i giovani aspiranti imprenditori che, senza disponibilità economiche e garanti, possono giusto limitarsi a leggere i bandi pubblicati (e promossi autocelebrativamente) dalle principali istituzioni nazionali e regionali.

Ma, probabilmente, questa dinamica non è particolarmente arrivata alla presidente del Cng che ha chiesto di ricollocare le relative risorse non impiegate, circa 358 milioni di euro, a favore dell’imprenditorialità giovanile.

Insomma, sembrerebbe che non si voglia capire il grande corto circuito legato all’imprenditoria giovanile in Italia. Ricordiamolo (repetita iuvant) l’assenza di risorse proprie e la presenza di bandi per l’imprenditoria giovanile inaccessibili e ‘paraculi’ come, appunto, i famigerati contributi a fondo perduto.

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