Vescovo Ateba: “Frenare migrazione creando posti di lavoro in Africa”.

L’Europa dovrebbe sostenere la creazione di posti di lavoro nei principali Paesi di migrazione dell’Africa. Lo sostiene il vescovo della diocesi di Maroua-Mokolo, Bruno Ateba alla luce dell’aggravamento della crisi dei migranti dall’Africa verso l’Europa, privando il continente africano delle forze più produttive.

“Queste persone non hanno paura di nulla, perché non hanno nulla da perdere, quindi, anche se devono attraversare prima il deserto del Sahara e poi il Mediterraneo, non esitano”, racconta Ateba. “Se chi decide di partire avesse accesso al lavoro e alle opportunità economiche nei Paesi di origine, non sentirebbe la spinta ad emigrare. C’è una chiara connessione tra la realtà degli sfollati, l’emigrazione e la mancanza di un futuro stabile”.

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Una realtà che emerge chiaramente guardando al caso del Camerun: Paese che dopo 50 anni di indipendenza non ha ancora alcuna industria, né alcun modello economico. Senza contare le innumerevoli azioni benefiche che nel corso dei decenni hanno distrutto qualsiasi spinta imprenditoriale in Africa. Perchè, giusto per citare alcuni settori economici, produrre medicinali, derrate alimentari in un continente abituato a ricevere merci tramite azioni benefiche? Un problema fondamentale che la comunità internazionale non sembra voler realmente risolvere, continuando a riproporre schemi di assistenza di scarso impatto e, a seconda della ciclica crisi dei vari Paesi africani, finanziando soluzioni “cerotto”.

Foto di Kaserei da Pixabay.com

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