Un rappresentante sardo al Parlamento europeo. Si “sveglia” il Consiglio regionale.

Cambiare l’attuale conformazione del collegio elettorale Italia insulare – al momento composto da Sicilia e Sardegna – per evitare nuovamente l’esclusione della rappresentatività della Sardegna nella prossima Legislatura del Parlamento europeo. Come risaputo, alle ultime elezioni per il rinnovo del Parlamento europeo del 2019 tutti gli otto seggi disponibili furono assegnati ai candidati siciliani, precludendo agli esponenti sardi l’accesso alla camera europea.

Gap che a distanza di più di 3 anni, escludendo alcune sporadiche interrogazioni parlamentari, ha portato l’attività dei rappresentanti della Trinacria a dedicarsi in particolar modo – sarebbe stato impensabile il contrario – alle questioni siciliane.

Un divario di rappresentatività, incontrovertibilmente, frutto di una pessima capacità legislativa e di mancanza di buon senso, facilmente riscontrabile a partire dal Consiglio regionale della Sardegna, “svegliatosi” un pò tardi per sollevare la questione. Per capire le pecche (nonché i ritardi) della nostra classe dirigente, per esempio, basterebbe volgere lo sguardo alla Corsica, dove, nonostante la presenza di una popolazione inferiore a quella sarda, è stato eletto un rappresentante al Parlamento europeo. Nonostante questo negli ultimi 3 anni un solo intervento (forse fortuitamente visto il mittente) si è levato sulla tematica.

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Adesso, a circa due anni dalle prossime elezioni parlamentari del 2024, la Commissione insularità con una proposta di legge nazionale vuole dare il proprio contributo per procedere alla modifica della legge n. 18 del 1979 che non assicura quella democrazia di prossimità che deve essere l’obiettivo di ogni cittadino europeo.

Iniziativa, guardando ai tempi decisamente flemmatici e all’agenda politica rilevata negli ultimi 3 anni, andrà ad aggiungersi con molta probabilità alle “buone intenzioni legislative” promosse dall’attuale maggioranza regionale che, solo con riferimento alla gioventù e alle politiche giovanili, non riesce da più di 3 anni a concludere l’iter consiliare. Meglio i funghi epigei!

Non è mancata, però, l’ennesima velina della comunicazione istituzionale del Consiglio regionale, secondo la quale “la Sardegna vuole essere presente con un proprio rappresentante in Europa per essere incisiva”. Ma non facciamo ridere… l’attuale maggioranza – pur volendo riservare una buona dose di benevolenza per lo scoppio dell’emergenza pandemica – ha dato ampia prova di inadeguatezza. Soltanto la presenza di consiglieri regionali incapaci di cogliere l’importanza del proprio ruolo di legislatori – spesso confuso con quello dell’amministratore locale – ne è la fredda dimostrazione.

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Ma, proseguendo, nelle “ambizioni” dell’attuale commissione per l’insularità “con due articoli e una tabella il testo di legge” proverà a sanare un grave deficit di democrazia con l’istituzione di una circoscrizione elettorale soltanto per la Sardegna, sganciandola dalla Sicilia. Basterà questo striminzito viatico per sopperire alle criticità di una legge che non tiene conto dell’entità del corpo elettorale siciliano, notoriamente, tre volte superiore a quello sardo? A cosa servirà proporre la questione in Parlamento, attraverso un’opera di “sensibilizzazione” dei parlamentari italiani? Con i tempi della politica – e la necessità di capire il meccanismo parlamentare per le diverse new entry sarde – è molto probabile il fallimento dell’iniziativa.

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Pertanto, a ben poco possono servire le dichiarazioni del presidente della Commissione insularità, Michele Cossa: “La Commissione promuoverà nei prossimi giorni un incontro con i parlamentari sardi per illustrare e condividere con loro la proposta di legge nazionale e proseguire la collaborazione tra Consiglio regionale e Parlamento, fondamentale per l’attuazione del principio di insularità su tre temi principali: continuità territoriale, fiscalità ed energia”.

foto di Michael Mosimann da Pixabay