Ue. In Italia i neolaureati faticano di più per il lavoro.

Nell’Ue, dati 2022, i giovani neolaureati (tra 20 e 34 anni) risultati occupati sono stati l’82,4%, mentre in Italia l’incidenza è stata del 65,2%. Dati incontrovertibili circa la difficile condizione dei neolaureati italiani nella ricerca di un lavoro.

Dati statistici, forse, prodotti anche da un sistema universitario spesso mediocre e da una scarsa propensione degli studenti/esse italiani/e verso l’acquisizione delle competenze trasversali, sempre più richieste dalle imprese.

Secondo la banca mondiale, ricordano dalla Fondazione Openpolis, “la recente crisi pandemica ha inasprito ulteriormente le disuguaglianze economiche già presenti tra le economie globali. Sono quindi necessarie delle azioni sul lungo periodo per garantire un accesso all’occupazione produttiva: maggiore è il tempo passato senza un lavoro, più è difficile rientrare all’interno di questo mondo. Per capire come muta l’accesso occupazionale dei giovani neolaureati è importante monitorare frequentemente questo fenomeno”.

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A livello europeo, secondo l’indagine di Openpolis, circa 8 giovani in possesso di laurea su 10 hanno ottenuto un’occupazione in una fascia di tempo che va da 1 a 3 anni dal conseguimento del titolo di studio più alto. Si tratta però di un dato che varia significativamente da Paese a Paese.

Tra gli stati membri, l’occupazione più alta si registra in Lussemburgo, dove il 93,4% dei lavoratori che hanno ottenuto recentemente il titolo ha un posto di lavoro. Seguono Paesi Bassi (92,9%), Germania (92,2%) e Malta (90,8%). I Paesi che invece riportano l’incidenza minore sono Romania (69,9%), Grecia (66,1%) e Italia (65,2%).

foto Philippe Stirnweiss Copyright : © Unione europea 2023 – Fonte : EP

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