Sfide globali, Andrea Abodi: “Senza giovani non si possono affrontare”.

Senza l’inclusione dei giovani difficilmente si potranno affrontare le sfide globali. A ricordarlo, ieri, il ministro dello Sport e Giovani, Andrea Abodi nel corso dell’apertura dei lavori dello Youth 7 Italia, il gruppo giovani del G7. “Le sfide globali – ha dichiarato l’esponente dell’Esecutivo Meloni – non possono essere affrontate dai singoli Paesi senza il contributo dei giovani. Bisogna favorire l’impegno, la connessione e l’empowerment dei giovani e vanno coinvolti nel processo decisionale”.

Dichiarazioni, guardando all’azione dell’Esecutivo Meloni, decisamente fini a se stesse se si considera che in Italia si continuano a spendere risorse in modo autoreferenziale e calato dall’alto, senza alcun coinvolgimento dei giovani e delle organizzazioni giovanili italiane, come confermato dall’attuale criterio di spesa che governa la ripartizione delle risorse del Fondo Nazionale per le Politiche giovanili.

Una dinamica, recentemente, che ha visto cadere nella trappola anche la Giunta regionale di Alessandra Todde. Esecutivo che, attraverso l’approvazione del progetto “START: Giovani & Impresa”, ha confermato inequivocabilmente lo stesso modus operandi osservato nella precedente legislatura, nel corso della quale è stato finanziato il poco conosciuto Giovani VISPI. Iniziativa progettuale, ricordiamolo, di scarso impatto, ideata e implementata senza alcun coinvolgimento delle organizzazioni giovanili sarde qualificate in materia di politiche per i giovani e, cosa più grave, dei beneficiari finali, ovvero gli under30 dell’Isola. Poi, però, si continua a chiedere ai giovani di partecipare, di dare il proprio contributo… insomma le solite menate per usare un eufemismo!

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Continuano, quindi e nonostante il Paese stia continuamente perdendo quote importanti di giovani, le iniziative di scarso impatto per i giovani e le ricorrenti narrazioni istituzionali sulla necessità di “coinvolgere i giovani nel processo decisionale”. Una modalità insopprimibile per una classe dirigente, sempre più priva di contenuti, sostenuta dal carrierismo dei cosiddetti “organi consultivi per i giovani” e per nulla interessata ad aprirsi alla co-programmazione degli interventi con i giovani.

Una conclusione incontrovertibile che trova nuova conferma nelle stesse parole del ministro Abodi condivise nel corso dell’ennesima “kermesse autoreferenziale” sul “futuro dei giovani”. “Supportiamo la partecipazione attiva nelle attivita’ sociali dei giovani – ha aggiunto Abodi -. Continuiamo a promuovere attivita’ come il Servizio civile universale per il coinvolgimento dei giovani”.

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Già, il Servizio civile universale. Programma decisamente ridimensionato, rispetto al decreto legislativo del 6 marzo 2014, n. 40 (allora erano 100mila erano i posti indicati a disposizione) come confermato dai 52.236 posti messi a bando di oggi. Tradotto, circa 48mila opportunità in meno per i giovani italiani. Senza contare che non esiste, in seno al programma del Servizio Civile Universale, una vera e propria calendarizzazione stabile dei bandi. I progetti per i bandi pubblicati a dicembre, per esempio, possono anche partire a settembre e, come possiamo immaginare, in tanti mesi possono cambiare diverse variabili, a partire dalle motivazioni e dal contesto. Inoltre, il processo di adesione online per il Servizio Civile Universale è, per ampi versi, farraginoso e spersonalizzante. In passato, infatti, quando le domande dovevano essere portate a mano nei vari enti, i giovani già al momento della presentazione della domanda potevano ricevere un mini percorso di orientamento, conoscendo attività e persone all’interno degli enti, agevolandone, così, la partecipazione e la consapevolezza delle mansioni legate al ruolo di volontario/a.

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Restiamo in attesa della prossima “boutade” sul coinvolgimento dei giovani che, come riteniamo, non tarderà ad arrivare!

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