Pubblicità politica, Parlamento europeo: “Serve più trasparenza”.

Il Parlamento europeo prova a cambiare muta. Dopo la caccia all’untore consumatasi all’indomani dello scandalo Qatargate, gli eurodeputati ora hanno chiesto di introdurre nuove modifiche alle norme sulla pubblicità politica per rendere le elezioni e i referendum più trasparenti e per ostacolare le interferenze esterne.

Una posizione negoziale approvata ieri con 433 voti favorevoli, 61 contrari e 110 astensioni, dando così il via alla negoziazione con la Presidenza del Consiglio dell’UE e concordare un testo in tempo per le elezioni europee del 2024.

Limitare le tecniche di targeting e vietare il microtargeting. In base alle modifiche apportate dai deputati alla proposta della Commissione, solo i dati personali forniti esplicitamente per la pubblicità politica online potranno essere utilizzati dai fornitori di servizi di pubblicità. Il microtargeting, una tecnica che utilizza i dati dei consumatori e i dati demografici per identificare gli interessi di individui specifici, non sarebbe quindi possibile. Il Parlamento ha introdotto altre disposizioni per regolamentare ulteriormente la più estesa attività di targeting, come il divieto assoluto di utilizzare i dati dei minori.

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Contrastare le interferenze dall’estero. I deputati propongono di vietare alle entità non basate nell’UE di finanziare le pubblicità politiche nell’UE. Per determinare il Paese in cui è stabilita l’entità che eroga i finanziamenti, le autorità competenti devono tenere conto del luogo in cui si trova il controllore finale di tale entità.

Maggiore trasparenza. I deputati hanno anche apportato delle modifiche significative per garantire ai cittadini, alle autorità e ai giornalisti di accedere facilmente alle informazioni sulla pubblicità politica. Tra le proposte, i deputati sostengono la creazione di un archivio online per tutte le pubblicità politiche online e i dati relativi.

Secondo la proposta, sarà più facile ottenere informazioni anche sugli sponsor delle pubblicità, sul suo costo e sull’origine del denaro utilizzato. Inoltre, dovrebbero essere pubblicate informazioni su una pubblicità sospesa per violazione delle regole, sui gruppi specifici di individui soggetti a targeting e quali dati personali sono stati utilizzati per questo, oltre che le visualizzazioni e il coinvolgimento (engagement) online relativi alla campagna pubblicitaria. I deputati propongono di riconoscere ai giornalisti un diritto specifico per ottenere tali informazioni.

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Durante la dibattito, il relatore Sandro Gozi del gruppo Renew Europe ha ricordato che “ci sono troppe interferenze illecite nei processi democratici” e che il nuovo provvedimento “non ucciderà la pubblicità politica” ma “limiterà solo la pubblicità politica abusiva”.

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