Piano Sulcis, l’incontro per la rimodulazione degli interventi.

Si è tenuto giovedì l’incontro tra i rappresentanti dei comuni del Sulcis e gli assessori regionali dell’Industria, Anita Pili e della Difesa dell’Ambiente, Gianni Lampis, convocato per affrontare la rimodulazione degli interventi previsti dal Piano Sulcis. 

Erano presenti i rappresentanti dei Comuni di Buggerru, Calasetta, Carbonia, Carloforte, Domusnovas, Fluminimaggiore, Gonnesa, Iglesias, Musei, Perdaxius, Portoscuso, San Giovanni Suergiu, Santadi, Sant’Anna Arresi, Sant’Antioco, Villamassargia e della Provincia del Sud Sardegna.

“Dobbiamo rendere l’accordo più snello anche nelle procedure, affinché il Piano sia uno strumento utile e strategico per tutte le comunità coinvolte – ha detto l’assessora Pili –. Negli interventi degli amministratori ho riscontrato la voglia di ripartire insieme e i Comuni potranno contribuire a modificare i contenuti così da poter anche riformulare le risorse, tenendo conto delle mutate esigenze. Nel frattempo, dialogheremo coi Ministeri che nel 2012 avevano sottoscritto l’accordo, così da cominciare ad analizzare le possibilità di modifica e le risorse destinate”.

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“Si tratta di un Piano che viene da lontano e che certamente merita un’accelerazione per dare risposte concrete ad un territorio che da tempo vive una difficile condizione socioeconomica – ha sottolineato l’assessore regionale della Difesa dell’ambiente, Gianni Lampis –. All’interno del Piano Sulcis ci stiamo occupando prevalentemente delle bonifiche ambientali dei siti ex minerari. Tutti i progetti che ci riguardano sono programmati, secondo le diverse fasi di progettazione e di esecuzione, alcuni sono già conclusi. Sono azioni importanti e prioritarie perché non può esserci sviluppo se in quelle aree non vengono ripristinate le giuste condizioni di salubrità. Purtroppo, non abbiamo ereditato solo i progetti, ma anche gli ostacoli e le difficoltà nell’attuazione degli interventi che sono assai complessi e intercettano competenze che si sovrappongono. I tempi della burocrazia, per esempio, non sempre dipendono dalla politica regionale, se consideriamo che il potere autorizzativo è spesso in capo al Ministero della Transizione ecologica”.

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