Piano Neet e rifinanziamento della Carta Giovani Nazionale. Gli interventi ‘cerotto’ per i giovani italiani.

S’ils n’ont plus de pain, qu’ils mangent de la brioche (Se non hanno più pane, che mangino brioche). La famosa frase attribuita erroneamente a Maria Antonietta d’Asburgo-Lorena, pronunciata riferendosi al popolo affamato, durante una rivolta dovuta alla mancanza di pane, potrebbe essere facilmente traslata sul terreno delle iniziative (sempre più estemporanee e di scarso impatto) ideate e rifinanziate dai vertici di Governo per l’inclusione dei/delle giovani italiani/e.

Tra le iniziative ‘sempre meno disruptive’, risulta essere meritevole di particolare considerazione la Carta Giovani Nazionale, da sempre considerata come un valido rimedio universale ai problemi di inclusione degli/delle under35 italiani/e. Una valutazione puntuale verrebbe da dire, guardando allo storico degli ultimi decenni, nel corso dei quali lo strumento della ‘Carta per i giovani’ è stato oggetto di importanti stanziamenti. Strano, però, assistere al copioso rifinanziamento di una tale iniziativa in un Paese dove 1 giovane su 4 è disoccupato (dati Eurostat), magari giusto per permettere al restante 75% della popolazione giovanile di pagare qualche euro in meno per l’acquisto di un biglietto del cinema*… risorse, forse e con maggiore lungimiranza, che si sarebbero potute stanziare per altre emergenze collegate all’annosa questione giovanile, come, ad esempio, l’implementazione di interventi per l’inclusione dei Neet (per i quali è stato proposto recentemente un ‘salvifico’ quanto improbabile Piano da parte del Ministero delle Politiche Giovanili).

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Carta Giovani Nazionale, guardando all’attuale acritica campagna mediatica, che si appresta ad aggiungersi al triste abbecedario delle iniziative spot dedicate ai giovani italiani. “Opportunità da cogliere al volo”, “proposta allettante”, “incredibili benefici”, “tanti sogni, una sola carta” sono, infatti, alcune delle deprimenti headline che stanno accompagnando il lancio della ‘nuova’ Carta Giovani Nazionale: strumento, ancora, che sta costando e costerà circa 5 milioni di euro per ciascuno degli anni 2020, 2021 e 2022, come previsto dal Bilancio di previsione dello Stato per l’anno finanziario 2020 e bilancio pluriennale per il triennio 2020-2022. Niente male pensando alle criticità – facilmente evidenziabili – legate alla condizione giovanile nel Paese e, ancora, riflettendo sulla magra dotazione del Fondo Nazionale per i Giovani: allo stato attuale capace di toccare la “ragguardevole” somma di 30 milioni di euro.

Ma allargando il campo d’indagine, volendo trovare valide argomentazioni per difendere l’iniziativa, si potrebbe ragionare sull’accessibilità e sulle “numerose opportunità” offerte ai giovani ‘tesserati’ da parte dei tantissimi operatori economici aderenti all’iniziativa. Purtroppo, però, non sembra si possano trovare spunti positivi neanche il tal senso dato che al momento sul catalogo risulterebbero esserci poche decine di aziende (sulla base dei dati riportati nella sezione “Portafoglio dell’App”). Un dato quantitativo che difficilmente potrà toccare una quota rilevante, data la prossima scadenza dell’avviso programmata per il prossimo 30 giugno 2022 alle ore 12:00.

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Una criticità che potrebbe far venir meno anche la stessa ratio dell’iniziativa. A che pro, infatti, proporre una carta inutilizzabile in un territorio privo di operatori economici aderenti alla Carta Giovani Nazionale? Come farà un giovane di Oniferi, comune in Provincia d Nùoro, ad acquistare “prodotti e servizi” in assenza di negozi o servizi aderenti all’iniziativa situati nei dintorni del proprio luogo di residenza?

Quale incentivo, ancora, potrà garantire l’adesione della Carta Giovane Nazionale al network europeo EYCA per quei giovani esclusi dal mondo della formazione, del lavoro e dell’associazionismo giovanile?

Elementi che dovrebbero essere maggiormente analizzati dai vertici istituzionali, onde evitare di reiterare schemi fallimentari per l’inclusione dei giovani italiani. Ma, data l’assenza di spunti critici condivisi da parte degli stessi organi istituzionali consultivi in materia di politiche giovanili, tale verifica difficilmente potrà avere luogo.

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Facile, quindi, assistere a un piano di azione autocelebrativo e acritico, buono soltanto per la difesa di iniziative di scarso impatto per il mondo giovanile. Ennesima conferma, per questo Governo, dell’intrinseca capacità di reiterare schemi fallimentari per l’inclusione dei giovani italiani.

*Acquisto di biglietti per rappresentazioni teatrali e cinematografiche e spettacoli dal vivo; acquisto di titoli di viaggio; accesso a piattaforme per carsharing ed altri servizi di mobilità; acquisti di servizi di telefonia e accesso ad internet; accesso a piattaforme per la distribuzione di contenuti di intrattenimento; acquisto di libri, pubblicazioni, audiolibri, ebook; accesso a musei, mostre ed eventi culturali, monumenti, gallerie, aree archeologiche, parchi naturali; accesso a circuiti o strutture dedicate allo svolgimento di attività sportive e/o ricreative e formative (corsi di musica, di teatro o di lingua straniera); accesso a strutture ricettive; accesso a strutture dedicate alla salute e al benessere psicofisico; eventuale coupon o strumento equivalente per partecipare a specifici eventi (concerti, festival, visite guidate, tour culturali, ecc.).

foto Ministero Politiche Giovanili