Orientamento, ecco la “Carta di Genova”. Si riuscirà a ridurre il mismatch nel mercato del lavoro nel nostro Paese?

Con l’introduzione dell’orientamento fin dalle scuole primarie previsto nella Carta di Genova – approvata la settimana scorsa dalle commissioni Istruzione e Formazione della Conferenza delle Regioni -, inizia la rivoluzione per la scuola italiana. Un documento programmatico significativo che prevede anche l’assunzione di nuovi profili professionali specializzati nell’orientamento all’interno degli organici delle scuole di ogni ordine e grado.

Tra gli altri punti più rilevanti l’introduzione di laboratori di orientamento di almeno 30 ore in tutti i livelli di istruzione e nuove attività di alternanza scuola-lavoro, con l’obiettivo di “rimettere in moto l’ascensore sociale e rispondere alle esigenze del mercato del lavoro chiamato in questo periodo a profondi cambiamenti”, come ricordato da Alessandra Nardini, assessore della Regione Toscana, e Claudio Di Berardino, assessore della Regione Lazio.

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Un provvedimento (si spera) che possa essere sostanzialmente applicato in tutte le regioni italiane con l’obiettivo di ridurre il mismatch tra professionalità ricercate dalle aziende e quelle realmente disponibili, nonché contrastare il fenomeno della dispersione scolastica e dei neet.