Morti sul lavoro: tra i giovani il rischio più elevato.

Siamo passati dai 1.221 morti sul lavoro del 2021 ai 1.090 del 2022. Numeri che segnalano un decremento del 10,7% ma, secondo la rilevazione dell’Osservatorio Sicurezza sul Lavoro Vega Engineering, la flessione è solo apparente: “Nel 2022 sono quasi sparite le vittime Covid (10 su 1.090 secondo gli ultimi dati disponibili di fine dicembre 2022). Nel 2021, invece costituivano tragicamente quasi un quarto dei decessi sul lavoro (294 su 1.221). Ciò significa che gli infortuni mortali “non Covid” sono cresciuti del +17% passando dai 927 di fine dicembre 2021 ai 1.080 del 2022. Quest’ultimo dato è del tutto analogo a quello del 2019, epoca pre-covid, a dimostrazione che il tragico fenomeno delle morti sul lavoro sostanzialmente non subisce diminuzioni da anni”.

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Contemporaneamente, proseguono dall’Osservatorio, se l’emergenza sanitaria sembra essere quasi scomparsa come causa degli infortuni mortali del 2022, non si può dire altrettanto per le denunce totali di infortuni sul lavoro, ovvero quelli mortali insieme a quelli non mortali.

“A fine dicembre 2021 le denunce totali per infortunio dovuto a Covid erano 48.876, mentre a fine dicembre 2022 sono diventate 117.154 – spiega il direttore dell’Osservatorio, Federico Maritan – ciò significa che praticamente sono più che raddoppiate, dimostrando come il virus sia divenuto molto meno mortale, ma purtroppo ancora presente nei luoghi di lavoro. Quando si parla di denunce totali di infortunio, sono i giovani ad indossare la maglia nera; ed è la mancanza di esperienza questa volta a portare a questo record. Nel 2022 l’incidenza delle denunce di infortunio tra i 15 e i 24 anni è pari a 75.385, un valore più che doppio rispetto alle altre fasce d’età”.

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