Morti sul lavoro: 657 vittime in 8 mesi.

Nonostante gli appelli (stanchevoli) delle massime istituzioni del Paese, in Italia si continua a morire sul lavoro. Solo negli ultimi 8 mesi a cadere sono state ben 657 vittime, confermando i numeri di una emergenza senza fine.

Rimane alta l’allerta per i giovani lavoratori che registrano una incidenza di mortalità elevata rispetto alla media. Per chi ha un’età compresa tra i 15 e i 24 anni, infatti, il rischio di morire sul lavoro è praticamente doppio rispetto ai colleghi che hanno un’età compresa tra i 25 e i 34 anni (20,9 infortuni mortali ogni milione di occupati contro 11,8).

Un dramma nel dramma che riguarda anche gli stranieri deceduti in occasione di lavoro, sono 97 su 500 (1 su 5). Perché il rischio di morte sul lavoro si dimostra essere sempre superiore rispetto agli italiani: gli stranieri, infatti, registrano 40,9 morti ogni milione di occupati, contro i 19,4 italiani che perdono la vita durante il lavoro ogni milione di occupati.

LEGGI ANCHE:  Sassari. McDonald’s premia con una borsa di studio due giovani dipendenti.

Tra i settori più colpiti quello manifatturiero con ben 72 morti sul lavoro, seguito dal settore dei Trasporti e Magazzinaggio (69), dalle Attività Manifatturiere (56) e dal Commercio (37), mentre tra le regioni con i peggiori indici svettano l’Umbria, l’Abruzzo, Basilicata e Puglia, secondo le rilevazioni dell’Osservatorio Vega Engineering.

“Mancano pochi mesi alla fine del 2023 e i numeri, così come le incidenze della mortalità sul lavoro, narrano ancora uno dei capitoli più tristi della storia contemporanea. Da anni non si riesce ad invertire significativamente la rotta. La cultura della sicurezza, purtroppo, non rientra nelle priorità di moltissime realtà imprenditoriali. Perché altrimenti non si spiegherebbe l’andamento infortunistico nel nostro Paese. E la testimonianza di questa emergenza viene confermata dall’incremento, seppur minimo, del numero delle vittime rilevate in occasione di lavoro con un +0,8% rispetto allo scorso anno. Questo indica la stabilità del fenomeno e non, purtroppo, un’inversione di tendenza”. È questa la prima riflessione di Mauro Rossato, Presidente dell’Osservatorio.

LEGGI ANCHE:  Giovani, in Italia sono oltre 50mila i cosiddetti Hikikomori.

Ancora alla Lombardia va la maglia nera per il maggior numero di vittime in occasione di lavoro (85). Seguono: Veneto (45), Piemonte (42), Lazio e Campania (41), Puglia (38), Emilia Romagna (36), Sicilia (32), Toscana (23), Abruzzo (17), Marche (15), Umbria e Liguria (14), Calabria e Friuli Venezia Giulia (13), Trentino Alto Adige (12), Sardegna (11), Basilicata (6) e Valle d’Aosta e Molise (1).

Il lunedì è il giorno più luttuoso della settimana, ovvero quello in cui si sono verificati più infortuni mortali nei primi otto mesi dell’anno (19,6%).